La Finlandia è più conosciuta per il black metal che per il death metal e non sarà certo questo ep dei Malicious, con i suoi dodici minuti scarsi di durata, a invertire la tendenza. E bisogna comunque intendersi perché il nostro simpatico quartetto, che è attivo da oltre un decennio e che ha alle spalle il full length “Deranged Hexes” oltre a una demo e a un altro ep, suona death metal nel senso in cui si poteva parlare di death metal con riferimento a band come primi Mayhem, Morbid, Old Funeral, Merciless e compagnia, come si può intuire anche dalla foto promozionale meravigliosamente old school che già dice molto sugli intenti musicali del gruppo. E infatti “Merciless Storm” è old school fino al midollo, in ogni sua nota così come nella resa sonora retrograda e sporca come si conviene (ma non eccessivamente confusionaria, il che è un bene). È evidente che la band non abbia alcun interesse a proporre alcunché che possa essere definito anche solo lontanamente originale e forse nemmeno personale: ciò che suonano è puro revival del metal estremo a cavallo tra ultimi anni ottanta e primi anni novanta; chiamatelo blackened death metal, chiamatelo metal of death o come vi pare, questo è ciò che suonano, in un profluvio di riferimenti e omaggi ai vari Necrovore, Possessed, Sarcofago, primi Sepultura, primi Slayer e, se vogliamo, anche Morbid Angel degli esordi.
E questo è quanto, senza troppi fronzoli, con tutti i pregi e i limiti che ciò comporta, anche a seconda dei gusti personali di ciascuno di noi. Tuttavia i Malicious sanno il fatto loro e questa roba, benché clamorosamente fuori tempo massimo, continua comunque a conservare il proprio fascino, e non si tratta di fare i puristi o i nostalgici ma semplicemente di collocare un disco nella sua giusta dimensione, evitando paragoni e accostamenti improponibili.
Abbiamo a che fare con dei bravi artigiani, abili nel dare corpo a un songwriting snello e robusto, a tratti persino discretamente “raffinato” (su tutte citerei ad esempio “Ambient Sonic Annihilation”) e nel comporre pezzi violenti, aggressivi e primitivi, senza ulteriori pretese se non quella di celebrare l’attitudine cantinara e le atmosfere “cattive” del tempo che fu. Questo ep diventerà di culto o cadrà nel dimenticatoio? Ai posteri l’ardua sentenza, nel frattempo non credo vi sia molto altro da aggiungere se non, come si diceva una volta: prendere o lasciare.