A circa due anni di distanza dal precedente “Vrykolakas”, ecco di nuovo i Morcolac (adesso una band a tutti gli effetti con l’ingresso di Azghâl ai synth e Bestia alla batteria), pronti a scoperchiare le loro bare per uscire in una notte di luna piena, in cerca di vittime nel cui collo conficcare i loro aguzzi canini. Cosa c’è di diverso in questo “Drawbridge To Citadel Of No More Dawn”, che segna l’inizio della collaborazione con la Dsuktone? Poco o niente, se non forse una vena melodica ancora più spiccata e in evidenza rispetto al passato. Per il resto, com’era lecito aspettarsi, ci si muove sempre nel recinto di un black metal a sfondo vampiresco, con una patina vagamente “sinfonica”, anche se forse più che di black metal sinfonico in senso stretto sarebbe più corretto parlare di marcate influenze dungeon synth, che sono presenti nei vari brani e diventano protagoniste assolute nell’intro e nell’outro che incorniciano il lavoro. Il mastermind Sadomaster è italiano ma credo che abbia dei parenti stretti in Finlandia, tanto il sound della band è debitore di quel modo caratteristico e identificativo di fare black metal. Atmosfere e sonorità infatti sono prese in prestito dai vari Satanic Warmaster (non a caso omaggiati dalla buona cover di “The Chant Of Barbarian Wolves”), Vargrav, Warmoon Lord ma anche Order Of Nosferat, con parti più aggressive e violente ben amalgamate ad altre dove invece vengono in superficie in maniera più prepotente melodie di chitarra e tastiera.
La buona riuscita di lavori di questo tipo non può essere quindi legata all’originalità o alla ricerca di nuove soluzioni quanto piuttosto alla capacità di rielaborare schemi ormai ampiamente consolidati e scolastici in una visione coerente e quanto più possibile personale. O almeno, da bravi artigiani, azzeccare la melodia giusta, magari orecchiabile (e non è un’eresia, anzi), che marchia a fuoco il pezzo e resta almeno per qualche tempo nella testa dell’ascoltatore. Ci riesce il nostro amico? A mio parere in parte perché, a fronte di un brano discreto ma tutto sommato abbastanza accademico e poco incisivo come “Memorialmoon Narrates The Morbose”, i successivi “Dungeon Dustears” e “Wormchalice Of The Dirtiest Church” lasciano invece pienamente soddisfatti. Il primo è un pezzo dolente e malinconico, probabilmente uno dei migliori mai composti dai Morcolac, graziato da un passaggio tastieristico triste e nostalgico che si ripete più volte e viene in parte ripreso anche dalla chitarra; la seconda invece è una canzone più d’impatto, nella quale le melodie giocano sempre un ruolo importante ma con un piglio più trascinante e dal sapore quasi heavy classico (per non dire vagamente power).
Insomma Sadomaster e compagni fanno quello che è ed è sempre stato nelle corde di questo progetto, senza sorprese ma anche senza deludere le aspettative, l’unico mio dubbio è che per emergere in modo decisivo in un panorama davvero sovraffollato sia forse necessario fare qualcosina di più. Siamo comunque di fronte ad un ep prodromico all’uscita del nuovo album, che vale certamente l’ascolto e forse anche l’acquisto se amate particolarmente questo genere di sonorità di stampo finlandese. Certamente gli oscuri vampiri là fuori potranno goderne e placare temporaneamente la loro inestinguibile sete di sangue.