Prime movers della scena francese e punta di diamante delle cosiddette Black Legions, i Mütiilation hanno bisogno di poche presentazioni. Per chi necessiti di un piccolo ripasso di black metallogia, Les Légions Noires erano una sorta di collettivo di band dei nostri amati cugini transalpini, che si distinguevano in particolare per una voluta estrema rozzezza delle composizioni e della produzione, facendosi portabandiera di un atteggiamento ancora più nichilista, antisociale e spesso politicamente schierato rispetto alla loro controparte scandinava. Si inventarono anche un linguaggio, chiamato “Gloatre”, volutamente criptico e impronunciabile, usato sia nel monicker di alcune band (Dvanaèbkre e Vagézaryavtre per dirne due), sia nei titoli di dischi e canzoni. Molti di questi gruppi sono spariti nell’anonimato dopo aver pubblicato una manciata di demo, altri invece tengono botta, forti di un nome di richiamo e di una proposta musicale sempre di alto livello. I Mütiilation sono ovviamente tra questi ultimi, nonostante il mastermind Meyna’ch continui a staccare e riattaccare la spina al progetto in un susseguirsi di annunci ufficiali di scioglimento, poi smentiti dal ritorno in pompa magna qualche anno dopo. Risaliva infatti al 2017 l’annuncio di “morte definitiva” del progetto, prontamente cancellato dal rilascio del qui presente “Black Metal Cult”, uscito per la Osmose. Dai Mütiilation e da un titolo del genere non potevamo che aspettarci una valanga di raw black metal della “peggior” specie e il buon Meyna’ch non ci ha deluso.
Siamo ovviamente di fronte ad un prodotto estremamente canonico, in cui riff glaciali in tremolo picking accompagnati da tappeti di blast beats, intervallati da qualche break in mid tempo e dai classici rallentamenti evocativi di stampo doom, costituiscono il cuore e l’anima del disco, mentre uno urlo gracchiante vomita odio verso l’umanità. In un contesto così ortodosso la differenza non può che farla la qualità del songwriting e in questo i Mütiilation sono sempre stati dei fuoriclasse. I riff sono ovviamente derivativi ma evitano l’effetto deja-vu, così come l’efficace dinamismo delle composizioni, nonostante la naturale tendenza allo sbrodolamento.
Il gruppo francese ha infatti sempre avuto il vizio di comporre canzoni (spesso troppo, a nostro umile parere) lunghe e tortuose, per cui non è certo una sorpresa trovarsi di fronte a oltre quaranta minuti di musica a fronte di sole sei tracce, ma è anche vero che per esempio “Into The Cursed Necropolis” e “The Fall Of Islam”, per quanto valide, sono trascinate fino all’inverosimile e l’ascolto ripetuto può diventare davvero difficoltoso. Qualche nostalgico potrebbe anche eccepire sulla (relativa) pulizia della produzione, soprattutto rapportata ai primi lavori, ma onestamente, con la tecnologia di oggi, sarebbe paradossale suonare come “Vampires Of Black Imperial Blood”, uscito ormai quasi trent’annni fa. D’altra parte, è evidente come questo sia un disco pensato, curato, stratificato e nato dall’esigenza di Meyna’ch di esprimere ancora sé stesso tramite la sua musica, e che non sia stato un banale prodotto commerciale, buttato fuori solo per monetizzare il nome di un gruppo che ha ancora la sua risonanza. Probabilmente “Black Metal Cult” non rimarrà nella storia del genere, ma se c’è qualcuno che può permettersi di usare questi termini sono proprio i Mütiilation.