Umbra Noctis – Asylum

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A ben sette anni di distanza dal precedente “Via Mala”, uscito appunto nel 2017, tornano a far sentire la propria voce profonda e dalle venature malinconiche i lombardi Umbra Noctis, band della quale sulle nostre pagine virtuali abbiamo seguito sempre con grande attenzione le evoluzioni, fin dagli esordi. E nel corso degli anni (il gruppo è attivo ormai dal 2005) i nostri amici hanno seguito un percorso che li ha portati a mescolare sonorità black metal anche ruvide e rocciose ad influenze più suadenti ed eleganti, che vanno a pescare soprattutto da certo post rock di matrice in senso lato atmosferica. E anche questo nuovo “Asylum”, che rappresenta la loro terza fatica sulla lunga distanza ed esce per la francese Drakkar Productions, si pone su questa linea, anche se mi sembra che abbia nel complesso un approccio probabilmente meno sperimentale e più tradizionalista rispetto al suo predecessore. In questo senso però non devono trarre in inganno né la copertina molto minimale e “classica” (ma a suo modo suggestiva) né il recupero del vecchio logo, anch’esso piuttosto retrò. Gli Umbra Noctis mantengono infatti anche in questa più recente manifestazione quello che potremmo definire il loro marchio di fabbrica, che in fondo consente di inquadrare la loro proposta e in sostanza di distinguerla in un mare magnum di uscite spesso troppo simili l’una all’altra. E a dimostrare questa loro, almeno parziale, eterodossia, sarebbe di per sè sufficiente la cover dei Timoria, che non credo sia lì per caso. Ma non solo, ovviamente.

Ascoltare per credere l’opener “I Cieli Piangono”, che parte con un riff molto basico e grezzo, direi quasi darkthroniano e nel prosieguo si evolve in ramificazioni decisamente rock oriented dall’andamento atmosferico e dal piglio malinconico e avvolgente. Oppure la suite “Green Eyes”, che nei suoi nove minuti di durata riprende in sostanza il medesimo schema ma attraverso una forma più strutturata e complessa. E questa, per così dire, duplice anima la ritroviamo in tutto il disco, che si mantiene costantemente in bilico tra l’impatto più ferale del black metal e momenti più soffusi e rilassati, carichi di nostalgica e rarefatta decadenza. Una parziale duplicità che caratterizza anche il cantato, che si esprime per la maggior parte attraverso uno screaming gelido e affilato, forse a tratti perfino eccessivamente monolitico, per aprirsi di tanto in tanto a espressivi sprazzi in clean vocals, con testi in italiano, inglese e dialetto dal sapore prevalentemente intimista. Cito a titolo di esempio questi versi: “più salgo e più il vento si fa pungente / il corpo è sudato e stremato / sovrasto infinite distese, d’intorno non v’è traccia d’uomo / e qui la montagna inviolata col suo silenzio mi parla / a me, proprio a me”, che riprendono il tema, evidentemente caro ai membri del gruppo, così come a diverse realtà black metal nostrane, della montagna come luogo di rifugio dal mondo che invita alla meditazione.

Personalmente avrei preferito una registrazione più levigata e moderna, più vicina in un certo senso al disco precedente, piuttosto che quella classicamente vintage e abbastanza sporca che invece la band ha scelto per questa nuova fatica, ma credo si tratti appunto di una scelta della band, che forse ha voluto così legittimamente conservare una certa patina old style, alla quale a buon diritto non intende rinunciare. In definitiva questo “Asylum” si inserisce in maniera coerente nella discografia degli Umbra Noctis e, se avete già avuto modo di ascoltare il gruppo in una delle sue passate incarnazioni, sono sicuro che non vi deluderà. Diversamente potrebbe anche essere un buon modo per iniziare.

REVIEW OVERVIEW
Voto
70 %
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umbra-noctis-asylumTRACKLIST <br> 1. I Cieli Piangono; 2. Incontro; 3. Sentiero 407 (Asylum); 4. 3.14; 5. Green Eyes; 6. Anno Horribilis MMXX (Timoria cover); 7. What If..? <br> DURATA: 40 min. <br> ETICHETTA: Drakkar Productions <br> ANNO: 2024