Ancora Signal Rex e ancora black metal, di quello grezzo e umido ma, stranamente e almeno per questa volta, non di provenienza portoghese. Si tratta infatti di Oðkraptr, one man band del danese Geistaz, già mastermind del progetto Geistaz’ika, di cui ci siamo occupati su queste pagine virtuali in occasione del debutto sulla lunga distanza “Trolddomssejd I Skovens Dybe Kedel”. Ma mentre quest’ultima band rimane saldamente ancorata ad un’espressione decisamente tradizionale del classico black metal anni novanta, con tutti gli stilemi del caso in bella mostra, il nuovo progetto assume connotati più sfuggenti, allontanandosi lungo corridoi più eterodossi, ma in effetti nemmeno troppo, e unendo ampi squarci ambientali a sonorità soffuse e spettrali, riconducibili a certo black metal di matrice vagamente atmosferica, senza del resto tralasciare momenti puramente e semplicemente “true”, per un risultato finale piuttosto inquietante e misterioso.
Ne troviamo testimonianza in questo omonimo esordio, che in realtà non ci presenta brani del tutto inediti, essendo la riedizione dei due demo finora pubblicati, sempre dalla Signal Rex, in quantità estremamente limitate su cassetta, tanto per ribadire una volta di più la concezione elitaria del progetto. Le canzoni, in sostanza piuttosto simili l’una all’altra, sono insinuanti come una nebbia notturna, con la chitarra tremolante che condivide costantemente la scena con le tastiere, i cui tappeti pressoché onnipresenti sono costruiti in maniera estremamente basica ma non per questo meno efficace. Anche il cantato si adatta a questo piglio rarefatto e più che uno screaming è una sorta di rantolo doloroso e malsano. Se a questi elementi aggiungete una registrazione assolutamente artigianale (qualcuno potrebbe perfino dire deficitaria), nonostante il remastering di questa nuova edizione dei brani qui compresi, capirete perché all’ascolto vi verrà quasi certamente da accostare questa creatura a robe oscure come Grausamkeit o a manifestazioni delle Légiones Noires legate al black metal ma più votate al dark ambient, come ad esempio Moëvöt oppure, anche senza scavare così in profondità nell’underground, ai più noti Manes, ovviamente quelli del primo periodo. Musica quindi a suo modo primitiva, autarchica e apparentemente indecifrabile, che proprio per queste sue caratteristiche mantiene intatto un certo alone di mistero che, unitamente a un approccio che potremo definire in senso lato sperimentale, costituisce in definitiva l’elemento di maggior interesse di questa uscita.
https://odkraptr.bandcamp.com/