Possiamo tranquillamente definire i Nightside dei veterani in quanto la band finlandese ha iniziato a muovere i primissimi passi sulla scena nella seconda metà dell’ultimo decennio del secolo scorso, con una manciata di demo ed ep, per approdare tuttavia al primo full length soltanto nel 2001, che fu anche l’anno dello scioglimento. Da allora tutto è rimasto in silenzio e il gruppo ha assunto i connotati di una sorta di reliquia di culto, come tanti altri. Sono passati gli anni, sono cambiati i tempi e i Nightside sono diventati un flebile ricordo nella memoria di coloro che negli anni novanta sfogliavano le riviste di settore come Grind Zone e si nutrivano di ghiaccio e blasfemia. Come un fulmine a ciel sereno però nel 2021 i due membri fondatori Serpent e Beleth (rispettivamente cantante e batterista) hanno deciso di inoculare nuova linfa vitale al progetto, arruolando giovani virgulti non del tutto sconosciuti nel mondo underground finnico. Ed ecco che nel giro di qualche anno i Nightside sono di nuovo in pista, forti di un contratto con l’onnipresente Purity Through Fire e pronti a pubblicare la loro seconda fatica sulla lunga distanza. “Death From The North”, un titolo che lascia ben poco spazio all’interpretazione, vede la luce ben ventitré anni dopo il precedente “The End Of Christianity” e ci presenta una band ancora viva, in forma e con le idee ben chiare.
Sembra che il tempo non sia passato per questi misantropi usciti dai loro loculi per tornare a fare ciò che più amano, ovvero suonare true black metal dalla spiccata matrice melodica, tradizionalmente finlandese, tra cascate di riff incessanti e melodie drammatiche che trascinano l’ascoltatore nel bel mezzo di una bufera di neve. “Death From The North” racchiude in circa quaranta minuti tutti gli stilemi classici del genere e ce ne accorgiamo fin dalle prime note della bestiale title track, che funge da opener e riassume la poetica della band, brutale come una bestia carnivora che affonda i denti nel corpo della sua vittima. L’album dei ricordi, una volta aperto, ci mostra chiaramente similitudini con i primi Emperor e accostamenti con la freddezza dei Sargeist o la sfacciataggine dei primi Impaled Nazarene. Gli ingredienti per soddisfare i palati più oltranzisti ci sono tutti e sono distribuiti in maniera saggia e attenta: intro inquietanti, assalti rabbiosi, elementi atmosferici e quasi eterei qua e là, riff affilati, e la batteria che è un continuo e tortuoso blast senza tregua.
Le vocals di Serpent completano l’opera con uno screaming basso e soffocato, sempre ben integrato in ogni singolo pezzo. Si spazia dalla cara e vecchia seconda ondata a riferimenti thrash neanche troppo velati, che conferiscono dinamicità al disco, per un risultato finale che si traduce in una performance prepotente e feroce. Con rabbia implacabile e splendore luciferino i Nightside riemergono dall’oscurità e ci offrono un disco che è puro revival ma fatto come si deve. Quindi riempiamo i calici di sangue e brindiamo alla salute di una delle tante meteore nella storia del black metal che, in un modo o nell’altro, è tornata per continuare a scrivere la sua (finora) breve storia.