Nifelheim – Unholy Death

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Gli svedesi Nifelheim, da sempre alfieri di un primitivo ed ignorante black/thrash metal tutto satana e blasfemia, non sono mai stati una band iperproduttiva. In pista dal lontano 1990, hanno all’attivo soltanto quattro lavori sulla lunga distanza e l’ultimo di questi, “Envoy Of Lucifer”, risale al 2007. All’ascolto di questa nuova uscita, che si presenta con una copertina minimale e dal gusto squisitamente retrò, il mio primo pensiero è stato: “suona proprio come un vecchio demo uscito nel 1993 o giù di lì”, e la cosa non sarebbe stata nemmeno troppo sorprendente dal momento che quello in effetti è sempre stato grosso modo il sound dei nostri amici. In ogni caso bisogna sempre leggere la presentazione dei promo che arrivano in redazione, e sapete perché? Perché questo è un demo uscito nel 1993! Il combo capitanato dai gemelli Erik “Tyrant” Gustavsson e Per “Hellbutcher” Gustavsson, rispettivamente bassista e cantante, ha infatti deciso di dare nuova vita a quel primo vagito della propria creatura infernale, ristampando in questa sorta di compilation celebrativa i quattro brani presenti in quel dischetto (anzi cassetta, come si usava allora), oltre ad una manciata di altre canzoni, che finiranno praticamente tutte nel primo, omonimo album di debutto, uscito nel 1995 via Necropolis Records, e ad un paio di cover, di Bathory e Motörhead, giusto per sottolineare una volta di più quali siano le radici del suono della band.

Un’operazione nostalgia quindi, che ci riporta indietro nel tempo, agli anni pionieristici nei quali il metal estremo degli anni ottanta diventava ancora più estremo e cominciava a mettere la sua testa (di caprone cornuto, ovviamente) fuori dalle cantine umide e piene di ragnatele. E tutto ciò continua ad avere il suo innegabile fascino benché i brani qui presenti siano registrati male ed eseguiti in modo assolutamente amatoriale. Tuttavia, tra ronzii vari e chitarre stonate, le canzoni portano già e inequivocabilmente quelli che diventeranno i marchi di fabbrica del gruppo nella sua successiva carriera discografica, nel corso della quale, grazie ad una certa abilità nel comporre pezzi d’impatto e in linea di massima memorizzabili, sono senz’altro riusciti a ritagliarsi il loro piccolo spazio di tutto rispetto in un panorama underground che, almeno nella seconda metà degli anni novanta, cominciava già ad essere leggermente sovraffollato. Le sonorità sono quelle che vi potete facilmente immaginare, a metà strada tra primi Mayhem e Sodom, i già citati Bathory e Morbid, con una spiccata vena thrash e un senso della melodia che emerge di tanto in tanto, mettendo in luce un mai sopito retaggio heavy metal di stampo più classico, come avviene ad esempio in “Dawn Of The Dark Millenium” e soprattutto “Sodomizer”, le canzoni a mio giudizio migliori del lotto, insieme alla title track e a “Possessed By Evil”.

I brani, come detto, mantengono il piglio grezzo dei tempi che furono in quanto il recente remix dalle tapes in possesso di Hellbutcher e la masterizzazione targata Temple Of Disharmony non hanno intaccato per nulla la resa sonora raw che caratterizzava la versione originale (quindi i puristi possono dormire sonni tranquilli, niente ri-registrazione in stile Cavalera). E questo è quanto: “Unholy Death” è una gustosa testimonianza storica del passato di una band che, pur senza raggiungere il livello di “notorietà” di tanti più illustri colleghi, ha comunque potuto dire la sua. Interessante per i fans dei Nifelheim ma anche per tutti coloro che volessero riscoprire (o scoprire) un sound “vecchio” che all’epoca risultava incredibilmente “nuovo”.

REVIEW OVERVIEW
Voto
71 %
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nifelheim-unholy-deathTRACKLIST <br> 1. Intro; 2. Black Curse; 3. Unholy Death; 4. Satanic Sacrifice; 5. Dawn Of The Dark Millenium; 6. Witchfuck; 7. Sodomizer; 8. Possessed By Evil; 9. The Devastation; 10. Fuck Off; 11. Mean Machine (Motörhead cover); 12. Reaper (Bathory cover) <br> DURATA: 40 min. <br> ETICHETTA: Darkness Shall Rise Productions <br> ANNO: 2024