Miseria

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In questa chiacchierata con Sinistro, entriamo nel mondo crudo e diretto di una band che non ha paura di mettersi a nudo. Dal nome che richiama la sofferenza della sua terra, al processo creativo che va dallo sbaglio geniale alla sperimentazione in sala prove. Con un mix di black metal, malinconia e spirito DIY, scopriamo cosa c’è dietro questo progetto che prende a calci le convenzioni e va dritto per la sua strada.

Iniziamo col classico benvenuto su Blackmetalistkrieg. Come nasce Miseria e perché proprio questo nome?

Ho passato diversi anni a cercare un nome per quello che è oggi Miseria. Per anni la band si è chiamata Guldur, perché come quasi tutti gli stronzi che fanno questo genere a sedici anni mangiavo pane e Tolkien. Un amico anni fa mi disse che il nome di ogni gruppo dovrebbe avere un significato personale. A pensarci bene questa è un po’ una minchiata ma tutto sommato suppongo che Miseria abbia un significato personale, in fondo. Si rifà alle condizioni di povertà in cui i contadini siciliani hanno vissuto per secoli, oltre che ad una ben più banale miseria dell’animo. La scelta dell’italiano è stata abbastanza naturale. Semplicemente mi sono rotto il cazzo dell’inglese. E poi parlo della storia del posto da cui vengo, dei miei pensieri personali, è normale per me parlarne nella mia lingua. E questo, ovviamente, vale anche per il nome.

Possiamo definire Miseria una one man band? Puoi raccontarci della stesura del debut uscito a marzo di quest’anno?

Miseria è me che prendo in mano qualunque strumento a corde e compongo qualcosa. Con basso e chitarra me la cavo, ma se mi metti dietro la batteria sono un demente che non riesce a tenere un 4/4 per mezza battuta. Mi sono sempre affidato ai batteristi che avevo accanto, per lo più miei amici in fissa con il metal estremo quanto me, anche se ho considerato più volte di prendere gente che non avesse a che fare con il metal per dare un po’ di carattere alla musica. L’album è nato per errore, come se avessi messo incinta una squinzia trovata al bar. Un giorno ho portato la scheda audio in sala prove, ho ficcato un 58 nella gran cassa, un’altro l’ho usato come overhead puntato verso il rullante e ho detto a Хан di suonare. Ci siamo inventati dei pezzi, li ho portati a casa e me ne sono dimenticato per un paio di mesi. Li ho ripescati un po’ a caso qualche tempo dopo e ho deciso di registrarci sopra. Nei giorni seguenti mi sono messo a fare un po’ di mix e master, ho detto a Хан di portare a casa mia la sua collezione di flauti e ci siamo messi a cazzegiare. Tutto quello che senti nel break acustico di “Prigione Di Pietra” è preso da quella sessione di cazzeggio. Il batterista del nuovo demo invece è un mio amico di Siracusa. È bravo, anche se giovane. Sono contento di collaborare con lui. In ogni caso è bene che non si affezioni troppo al progetto, e che non ci rimanga male se un giorno mi vede suonare con un altro batterista. Miseria sono io.

Per quanto riguarda l’artwork, da chi è stato realizzato e cosa simboleggiano l’uva e il cavaliere in primo piano?

L’artwork del debut è di un illustratore Scozzese chiamato William G. Mein che ha inciso diverse tavole riguardanti l’assedio di Siracusa da parte degli Ateniesi. Da ragazzino leggevo Tucidide e da grande leggo ancora Tucidide: quella parte di storia mi ha sempre affascinato moltissimo, infatti i testi parlano di quello. Immaginare la mia città, oggi un tripudio di zingari, serrande chiuse, crackomani e strade distrutte che respinge e sborra nel culo alla flotta più temuta di un dato periodo storico mi fa venire il cazzo durissimo. Per il simbolismo dovresti fare una seduta spiritica e chiedere a Mein; per me simboleggiano ’mbriacatura e guerra, la malinconia per la morte eroica…

Considerando l’attuale panorama del black metal, caratterizzato da una vasta saturazione e una moltitudine di sottogeneri, cosa consiglieresti alle nuove generazioni che si avvicinano per la prima volta a questo genere musicale?

Non fate black metal se poi vi lamentate che la maggior parte dei gruppi sono brutti e cattivi. Restate umili ma non lasciatevi infinocchiare da label pay-to-release e promoter, quei 100 euro di promozioni metteteveli nella sacchetta e spendeteli per registrare. Non usate le drum machine. Ascoltate chi ha più esperienza di voi e partite dalle basi. Mi incazzo come una bestia quando incontro qualche finocchio che ascolta roba come i Deafheaven, con tutto il rispetto, a me piacciono molto, senza essere però passato da roba come “Under The Sign Of The Black Mark” o “Fallen Angel Of Doom”. Pensate a fare live e divertirvi senza essere ridicoli, portate tutte le influenze che volete nel genere senza diventare una gimmick di ’sta minchia. Ah, e i meme sui Mayhem non fanno ridere da vent’anni.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente Miseria? Inoltre, quali sono i tuoi ascolti al di fuori del black metal?

Nel corso degli anni sono stato influenzato da tantissima roba diversa, ma parlo al presente, visto che non ho pubblicato niente di ufficiale fino a marzo di quest’anno. Sto ascoltando moltissimo gruppi come i Godkiller (quantomeno la loro roba black metal), Veles, DubBuk, Signeur Voland, Chemin De Haine, Kristallnacht, Këkht Aräkh, LUX, Make A Change… Kill Yourself, Diocletian, Psychonaut 4, Spite Extreme Wing. Oltre alle mie colonne perenni, Inchiuvatu, Fiave e Peste Noire. Riguardo l’underground vero e proprio sto ascoltando roba dell’Ardawahisht Collective, un collettivo di gruppi estremi di origine persiana, poi i Wendol, Velvet Sorrow (che secondo me hanno pubblicato la demo più fica degli ultimi dieci anni), End Eternal (con il quale è nata anche una certa simpatia reciproca negli ultimi tempi) e Pagan Warlord. Trovare gruppi giovani, freschi e soprattutto interessanti oggi è paradossalmente più difficile di diceci anni fa. Come dicevi tu stesso, c’è una saturazione enorme e ogni stronzo che ascolta un pezzo di Burzum e sa suonare una chitarra sembra sentirsi in dovere di cacare un album black metal. Per quanto riguarda gli ascolti esterni al genere ti direi che una grande influenza per Miseria ce l’hanno i Death In June, Rosa Balistreri, i Vox Vulgaris, Taberna Mylaensis e Atrax Morgue. Sono uno di quei pezzi di merda che dice “ascolto un po’ tutto”. Mi piace l’elettronica, specialmente l’eurodance alla Gigi Dag e Gabry Ponte, l’hardbass slava e la già citata power electronics alla Atrax Morgue, che tra l’altro ho già ripreso in un disco di Walking On Glass e che, come dicevo, ho intenzione di trasportare in Miseria. Ho sempre avuto un rapporto di amore/odio con il jazz, ma sono innamorato di Gabor Szabor da quando avevo sedici anni ed è stato un’enorme influenza nel mio modo approcciarmi alla chitarra; poi sarò banale ma mi piace Coltrane. Sto in fissa anche con l’hip hop italiano da quando ero ragazzino, specialmente tutto quello che riguarda Er Noyz, il Truceklan in generale, Bassi Maestro, Fibra e gentaglia così.

Puoi darci una panoramica dei tuoi altri progetti musicali e anticiparci cosa bolle in pentola con Skeletal Gore?

Walking On Glass al momento è fermo, e credo lo sarà ancora per molto, così come Bell Chimer, con il quale faccio una specie di black/thrash, neanche io ho capito che cazzo sia. Skeletal Gore ha dormito un po’ troppo a lungo e so che la gente aspetta il disco nuovo come Gesù Cristo. Siamo stati troppo lontani per troppo tempo, avevamo un po’ di materiale per il disco ma a questo punto dobbiamo riprendere la mano. Penso che non se ne parlerà se non dopo l’uscita del secondo demo di Miseria.

Anche se la band è siciliana attualmente ti trovi a Edimburgo, dove hai anche registrato il demo. La tua permanenza lì ha influenzato in qualche modo il disco? Puoi parlarci della scena musicale di Edimburgo?

In realtà mi sono appena ri-trasferito in Sicilia a causa delle politiche mongoloidi di immigrazione del Regno Unito. Il mio visto è stato rifiutato nonostante fossi uno studente nel paese dal 2019, prima della Brexit, e nonostante non abbia mai preso un centesimo dallo stato. Anzi, ho pagato le tasse per tutto il tempo che sono stato li. Abitare in Scozia mi ha dato una malinconia enorme, che ha contribuito moltissimo alla formazione di una depressione creativa. Ho anche conosciuto Хан, che mi ha sempre dato una mano con la scrittura dei pezzi di Miseria. I musicisti con “attitude” che ho conosciuto lì si contano sulle dita di una mano. Edimburgo è una città di merda, con quattro locali del cazzo (Legends, La Belle Angele i peggiori di tutti, Bannermann’s, Banshee’s Labyrinth si salvano per il rotto della cuffia), che fanno suonare gruppi del cazzo. Libertà di espressione impossibile, se usi parole come “whore” o “faggot” nei testi non riesci a suonare da nessuna parte, anzi boicottano anche i pochi locali disposti. Ricordo di avere avuto non pochi problemi per un totenkopf sulla chitarra da parte di stronzi che non hanno mai sentito parlare di Jeff Hannemann o di metà dei gruppi Sud Americani. Ho dovuto coprire il teschio con un ritaglio di un giornale porno di una tipa con il cazzo (un po’ come le “tipe” medie che si trovano ai concerti medi di Edimburgo…) solo per poter suonare a delle jam session…

Stai lavorando a nuovo materiale con Miseria. Stilisticamente manterrà la linea del primo demo? Quando possiamo aspettarci l’uscita di qualcosa in formato fisico?

La linea sarà mantenuta dal fatto che i pezzi sono sempre composti da me. Alla fine io ho uno stile molto personale, quindi penso di riuscire a mantenere una certa coerenza tra i pezzi nuovi e quelli del primo demo. Quello, poi, dipende in parte anche dall’ascoltatore. Onestamente, nonostante la buona ricezione del debut, spero che questo demo possa circolare ancora di più. Sicuramente mentirei se dicessi che “non me ne frega niente di piacere alla gente”, se così fosse non pubblicherei dischi. È vero anche che non punto ad un pubblico ampio ma più di nicchia. Meglio pochi ma fedeli. Per il formato fisico me ne occuperò una volta finito di registrare. Penso di fare dei semplici cd-r numerati, spero anche in delle cassettine.

Cosa rappresenta per te oggi il black metal e perché sembra che non sia più un genere “pericoloso” come una volta?

Boh. Oggi black metal vuol dire tutto e niente per le persone. Ho visto dischi fatti da furry e brony, roba come TRANSilvanian Hunger, gente di Firenze che si finge di Pantelleria, metallari col pollice, gente coi capelli lunghi e i buchi nella pelata che si ostinano a fare i ragazzini, gente che fa cose con l’AI (copertine, testi, pezzi interi), trap metal, quarantenni col corpse paint, gruppi NSBM tutti uguali senza low-end che hanno nomi clamorosi tipo Adolfkvlt, Hitlersons, 666Wolfkrieg1488… più sento parlare di black metal e più mi viene lo sconforto. Che cazzo dev’esserci di “pericoloso” in ’sta roba? Ma chi ha fatto entrare ’sta gente? Lo shock rock è finito, così come il satanic panic. Se ti piace X o se hai la patch di Y non puoi entrare al concertino, se ti piace il cazzo non sei kvlt e via dicendo. Sto genere non è più “pericoloso” perché la gente ha smesso di ammazzare e di ammazzarsi.

A te le ultime parole per i lettori di Blackmetalistkrieg.

Salvate il black metal, ammazzate qualcuno. Bucatevi e date un bacio a vostra madre (da parte mia).