Avmakt – Satanic Inversion Of….

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Se mi avessero regalato un euro per ogni citazione fatta dei Darkthrone in una recensione, probabilmente a questo punto potrei permettermi anche io una piccola casetta nella campagna di Kolbotn. Purtroppo nessuno mi ha mai pagato per ascoltare dischi black metal ma continuo comunque a farlo e a menzionare i Darkthrone gratis con una media di una recensione su cinque. Del resto, sarebbe impossibile parlare del primo lavoro degli Avmakt senza citare il leggendario duo del trono oscuro. Non solo gli Avmakt sono anch’essi formati da due musicisti, non solo sono norvegesi, non solo il loro debut album viene rilasciato dalla Peaceville, ma la loro musica è perfettamente identificabile con quella realizzata da Fenriz e Nocturno Culto. Ovviamente non parliamo dell’ultima (discutibile) incarnazione doom ma nemmeno di quella che ha reso i Darkthrone sostanziale sinonimo di black metal nel mondo, quanto piuttosto di quella fase di passaggio tra gli anni novanta e la metà degli anni duemila. Parliamo di dischi spesso dimenticati e criminalmente sottovalutati come “Ravishing Grimness”, “Hate Them” e “Sardonic Wrath”.

La base era ancora un solido black metal tradizionale che i Darkthrone stessi avevano contribuito a rendere grande, contaminato da sporadiche dosi di heavy, thrash e punk, con una produzione sì fredda e cruda, ma anche pesante e tagliente. Per citare un concetto piuttosto di moda, in un altro universo in cui i Darkthrone hanno continuato a suonare black metal, “Satanic Inversion Of….” sarebbe il perfetto erede di “Sardonic Wrath”, al posto del famigerato “The Cult Is Alive”. Dicendo ciò rendo merito agli Avmakt che, pur essendo smaccatamente derivativi, sono in grado di produrre canzoni di ottimo livello, contraddistinte dai classici riff in tremolo, accordi dissonanti, sfuriate in blast beats e rallentamenti atmosferici, come ogni disco di black metal norvegese insegna.

Il songwriting è dinamico e piuttosto articolato, figlio com’è di composizioni piuttosto (forse anche troppo) lunghe, parliamo infatti di sole sei tracce per un totale di quasi quarantacinque minuti di musica. Non ci si annoia, ma forse un paio di sforbiciate non avrebbero guastato, in particolare nelle ultime due canzoni “Charred” e “Doubt And The Void”. Interessante il ruolo del cantato, uno scream piuttosto basso e rauco, che più che stare sopra la parte strumentale, si amalgama alle chitarre in pochi e dilatati interventi. Se state cercando qualcosa di old school realizzato come si deve, fate vostro questo disco e non ve ne pentirete. Per quelli in cerca di innovazione e originalità, prego passare oltre.

REVIEW OVERVIEW
Voto
73 %
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avmakt-satanic-inversion-ofTRACKLIST <br> 1. Ordinance; 2. Poison Reveal; 3. Sharpening Blades Of Cynicism; 4. Towing Oblivion; 5. Charred; 6. Doubt And The Void <br> DURATA: 44 min. <br> ETICHETTA: Peaceville Records <br> ANNO: 2024