Förgjord – Perkeleen Weri

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Arrivato al settimo full length il trio finlandese cerca di stupirci con effetti speciali. Infatti questa nuova fatica gode della migliore produzione che la band abbia mai avuto dall’alba degli anni 2000 a oggi: ovvio, rimangono i classici suoni underground ma questa volta sembra che i nostri si siano avvalsi di maggiore professionalità, regalandoci un disco più comprensibile, dove per lo meno si riescono a distinguere le vocals dalle chitarre e a sentire, anche se più lontana, la batteria. A parte questa scioccante novità, l’approccio a un nuovo lavoro dei Förgjord rimane sempre lo stesso, perché si tratta anche in questo caso di un disco ortodosso, dall’attitudine sfacciatamente second wave, dove si prediligono l’impatto del punk e riff ruvidi e chiassosi ma sempre “orecchiabili”. Ma se da una parte ci confrontiamo esattamente con tutto questo, dall’altra rimaniamo leggermente spiazzati. I Förgjord infatti cercano di uscire in parte dalla comfort zone e, dopo l’impegnativo e complesso “Ilmestykset” del 2019, il più “rock” oriented “Laulu Kolemasta” dell’anno successivo, e l’amalgama di entrambe le tendenze contenuto in “Ruumissaarna Pt.1” del 2022, in “Perkeleen Weri” si decide di intraprendere un viaggio diverso, pur senza cambiare attitudine e mentalità.

Mantenendo un suono comunque crudo e arcano la band infatti mescola gli ingredienti e compensa il minor dinamismo con pezzi più ragionati ed accessibili ed influenze che spaziano dalla pesantezza del death alla lentezza del doom, sempre allo stato più grezzo ed embrionale possibile, e spostano l’equilibrio sonoro su altri lidi. Ad un pezzo diretto ed accattivante come “Käärmeenkieli” fa da contraltare un brano imponente ed evocativo come “Kalm”, l’altra faccia della medaglia del disco, che con il suo incedere nostalgico e drammatico e la voce filtrata ci conduce verso “Raskas Veden Taakka”, altra canzone particolarmente funebre e pachidermica. Queste le parole Valgrinder, chitarrista della band: “questo è un album dedicato ai giorni di gloria del black metal; un album puro, nudo e spudorato, sia nel bene che nel male, niente di più, niente di meno. Ci ricorda di quando le canzoni erano costruite più sui riff che sull’atmosfera e non era necessaria una produzione enorme”, che sulle liriche aggiunge: “è come se fosse una raccolta di piccole storie della nostra regione di Savo, che sono state raccontate da una generazione all’altra. Segreti sussurrati, tragedie note e storie dell’orrore che venivano raccontate ai bambini per tenerli al sicuro. Ma anche ricordi dei vecchi tempi in cui il fratello si opponeva al fratello, dei peccati indicibili della guerra civile finlandese, ferite che non si sono rimarginate correttamente. L’album parla di tempi duri, quando la depressione ha preso il sopravvento sulle terre e i ciarlatani hanno cercato di sfruttare l’uomo comune, quando il sangue di Perkele scorreva e la gente faceva ciò che doveva, solo per sopravvivere. Non siamo qui per giudicare, ma per raccontare le loro storie”.

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I Förgjord tornano quindi con un disco che rimarca tutte le caratteristiche ormai ben note del loro sound ma riesce anche a “sorprendere” grazie a uno stile più “variegato” e ad una maggiore accessibilità rispetto al passato. Non un must have ma di sicuro un lavoro onesto da parte di una band che mai si piegherà alle tendenze del momento.

REVIEW OVERVIEW
Voto
70 %
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forgjord-perkeleen-weriTRACKLIST <br> 1. Silmäinkääntäjä; 2. Käärmeenkieli; 3. Neljäs Lapsi Saatanalle; 4. Loukatun Kunnia; 5. Kalm; 6. Raskas Veden Taakka; 7. Pettävä Suo <br> DURATA: 35 min. <br> ETICHETTA: Werewolf Records <br> ANNO: 2024