Quando fu pubblicato, nell’ormai lontano 1998, questo ep dei romani Stormlord attirò immediatamente la mia attenzione (inizialmente per l’evocativa immagine in copertina) ed ancora oggi, a quasi vent’anni di distanza, lo riascolto con grande piacere. Abbandonate le influenze death oriented degli esordi, la band capitanata da Cristiano Borchi, che aveva già sfornato l’anno precedente l’interessante “Under The Sign Of The Sword”, approda con questo “Where My Spirit Forever Shall Be” ad uno stile se non originale sicuramente personale, unendo ad un black sinfonico particolarmente epico e magniloquente partiture classic/power metal potenti e melodiche al tempo stesso. Una piccola ventata d’aria fresca, proveniente da un paese musicalmente “provinciale” come l’Italia, anche in ambito estremo, in un panorama, quello del black sinfonico, che cominciava a mostrare segni di cedimento, con alcuni dei gruppi di punta del genere impegnati a riciclarsi, avendo già detto molto di quello che avevano da dire. I tre pezzi contenuti in questo dischetto sono di ottima fattura e saranno tutti riproposti nel successivo full length di debutto (“Supreme Art Of War” pubblicato nel 1999) con arrangiamenti più curati e puliti (anche se personalmente continuo a preferire la versione originale, più grezza e ruspante e per questo più affascinante al mio orecchio): se “War (The Supreme Art)” colpisce per il suo incedere solenne e l’enfasi dei suoi cori e se “Sir Lorial” è un buon intermezzo dal sapore folk, è l’opener e title track a valere da sola, come si suol dire, il prezzo dell’acquisto, con la sua linea di tastiera epicissima e trascinante, la sua riuscita alternanza tra scream e female vocals ed il suo potente coro in clean vocals, che si stampano immediatamente nella mente dell’ascoltatore. Con questo tessuto musicale ben si sposa il concept di matrice fantasy e di derivazione tolkeniana, che nel prosieguo della carriera della band evolverà verso tematiche storico-mitologiche di diversa natura ed estrazione. Il consiglio, soprattutto se avete apprezzato i successivi e validi lavori dei nostri, è senz’altro quello di recuperare questo mcd, una piccola perla, non conosciuta quanto meriterebbe, dell’underground tricolore.
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