Hard & Fast Ep. 1

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Ed ecco qui tutta per voi questa nuova rubrica curata dal nostro Vidur, che ci porta ad esplorare a volo di pipistrello i meandri dell’underground più lurido e catacombale, offrendo consigli di ascolto che spaziano tra diversi sottogeneri e che speriamo possano essere di vostro gradimento. Si tratta di uscite “minori” (senza voler attribuire al termine un significato dispregiativo) o che comunque non abbiamo considerato così interessanti da meritare una recensione completa ma, d’altra parte, neppure così insignificanti da non dover essere menzionate e quindi portate alla vostra attenzione. E allora beccatevi questa prima carrellata di mini-recensioni da leccarsi i baffi. E poi non dite che non vi vogliamo bene!

CORPSEHAMMER – SIGN OF THE CORPSEHAMMER / Compilation / 2024 / Bestial Invasion

Anche se cover e titolo sembrano una parodia dei Manowar, i cileni Corpsehammer sono la classica band latino-americana che mischia un trucido black metal anni ottanta con sane dosi di death e thrash, ricca di un piglio grezzo e ignorante, nonché di un blasfemo sarcasmo che contraddistingue da sempre i gruppi provenienti da sotto l’equatore. Il lavoro in questione è una compilation che raccoglie il meglio dei precedenti tre ep ed è un’efficace manifesto della musica dei cileni, caratterizzata da una voce sgraziata e molesta che aggiunge ulteriore sfrontatezza a canzoni dalle strutture semplici e piuttosto prevedibili, ma sempre maledettamente efficaci. Per tutti quelli che il black metal è bere tequila in uno scantinato con gli amici.

TOMBEAUX DE FER – L’ACIER VICTORIEUX / EP / 2024 / Indipendente

Tra gli infiniti temi trattati dal black metal, forse mancavano davvero solo i sottomarini. A colmare questa lacuna ci ha pensato Morkhor, polistrumentista francese responsabile del progetto Tombeaux de Fer (tombe di ferro, così come venivano soprannominati gli U-boats, vista la frequenza con cui si moriva dentro quegli infernali macchinari). Ep di debutto, dove le canzoni vere e proprie sono sostanzialmente quattro, e non sono altro che proiettili di war black metal sparato a mille all’ora, con poche soste, zero compromessi e solo qualche rara concessione alla melodia. I riff non sono niente male, sostenuti da una palese drum machine settata su “distruggere”, così come la produzione fieramente DIY. Per tutti quelli che il black metal è annichilimento.

SHADOWS OF A CELESTIAL BODY – PROMISCOUS LUNARY SORCERY / EP / 2024 / Indipendente

Promettentissima quanto giovane one man band britannica, Shadows Of A Celestial Body propone un black metal low-fi in pieno stile anni novanta, totalmente debitore nel sound dei padri fondatori, norvegesi di cui è inutile fare i nomi. Questa però è solo la base, perché sopra ci sono costanti inserti tastieristici che disegnano melodie quasi romantiche, melanconiche e sognanti che potrebbero ricordare, per fare un paragone con una realtà più attuale, i Këkht Aräkh. Il songwriting è piuttosto ricercato e l’atmosfera da film gotico davvero avvolgente. Per tutti quelli che il black metal è una serata di luna piena in un castello medievale.

SHITHAMMERED – ATOMIC SODOMIZER / EP / 2024 / Indipendente

Brutti, sporchi, cattivi e ignoranti, come monicker e titolo dell’ep di debutto urlano inequivocabilmente, gli Shithammered suonano il classico blend di black e thrash metal in stile americano, quindi testosteronico e sopra le righe, più quella spruzzata di heavy classico che non guasta mai. Le canzoni sono solo quattro (e una è una cover dei Bulldozer), ma questo Sodomizzatore Atomico intrattiene il giusto per farci scapocciare allegramente, il che è probabilmente l’unico intento di una band che punta molto più alla sostanza che alla forma. Per tutti quelli che il black metal è sbronzarsi fino a dimenticare quanto fa due più due.

HERETIC – FILTHY HYMNS OF SLEAZY DEMONS / Full Lenght / 2024 / Van Records

Storico gruppo olandese che si è sempre divertito a bastardizzare il nostro genere di riferimento con sane dosi di rock, punk e Oi!, gli Heretic con questo loro ultimo disco sfornano probabilmente uno dei migliori lavori della loro quasi trentennale carriera. Tante melodie vincenti ed orecchiabili, ritornelli irresistibili come quelli di “Fuck Me Infernal”, “Maniacs Are Go”, “Bleeding Evil” e “Under The Spell Of Satan”, ma anche una certa classe per una band che a livello tecnico ha poco da invidiare a molti. Peccato solo per una produzione forse un po’ troppo sbilanciata verso i bassi e una manciata di canzoni che potevano tranquillamente restare nel cassetto, ma per il resto si sfiora la perfezione. Per tutti quelli che il black metal è punk.