Primitive Warfare – Extinction Protocol

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Il war metal ha sempre avuto uno stretto collegamento con il grindcore, per via della natura analogamente primitiva e caotica di drumming, riffing e vocals. La proposta dei Blasphemy consisteva essenzialmente nel suonare la musica dei Sarcófago con i tempi di Napalm Death e Repulsion, ed era questo a renderli così memorabili nel loro estremismo parossistico. Tuttavia non tutti i seguaci della formula inventata dai Blasphemy condividono lo stesso entusiasmo verso il grindcore, la cui influenza è da loro solo indirettamente ereditata tramite semplice emulazione del culto di Ross Bay, limitandosi a manifestare riconoscenza verso il lato black metal delle loro radici (come Sarcófago, Holocausto e primi Sodom). Ricordo a tal proposito una vecchia intervista dei canadesi Sacramentary Abolishment dove Vermin (futuro membro dei Revenge, nientemeno) dichiarava di non aver mai ascoltato grindcore a parte i Carcass. È dunque ormai assodato che a questo punto non sia strettamente necessario essere un avido ascoltatore di grind per suonare war metal, dato che la strada in tal senso è già stata spianata dai fondatori del genere; tuttavia, è sempre affascinante scoprire una band war metal che invece ascolta chiaramente grindcore e ne è influenzata per via diretta. E mentre il war metal diventa un genere ormai sempre più codificato e riconosciuto nella scena metal mainstream dopo anni di latitanza underground, c’è da aspettarsi di incontrare qualche band influenzata dalla scena grindcore più moderna e non da quella ben più caotica e primordiale degli anni ottanta. Questa è di base la proposta dei Primitive Warfare, band che ha rilasciato quest’anno il proprio debutto “Extinction Protocol” su Godz Ov War Productions (già distintasi con varie ottime uscite negli ultimi anni, tra cui spicca in particolare il bellissimo “Commandoccult” dei Trenchant). La formula impiegata dai Primitive Warfare potrebbe essere riassunta, senza il rischio di risultare riduttivi, come “i Revenge con la cazzimma degli Insect Warfare” e questo si può notare soprattutto nel drumming, che tra l’altro sembra essere l’elemento portante di questi brani anche a livello compositivo. Questo è un disco sicuramente più “drum-driven” che “riff-driven”, seppur sempre e comunque lontano dal ridurre le chitarre a un insignificante brusio di sottofondo. Le canzoni sono principalmente costruite su travolgenti tempeste di blast-beat velocissimi, forse solo un pelo meno tirati di quelli che potreste trovare su un “World Extermination” ma comunque intensissimi e precisi per gli standard war metal, alternati a stacchi dal sapore tipicamente grind (“Spears Of Emission”) e fill caotici in stile Revenge (“Iron Sight Omnipotence”), che scandiscono riff semplici e minimali quanto malevoli ed efficaci, in grado di immergere l’ascoltatore in una soffocante, minacciosa aura di caos guerrafondaio (ogni tanto azzardando anche qualche tocco più articolato di tremolo picking, come in “Heretic Crusade”, massimizzando il succitato feeling di caos e follia).

Queste sparate vengono contrastate da alcuni grezzissimi, spartani up-tempo skank/d-beat (talvolta dal taglio distintamente punk, come su “Witness!” o la title-track), non troppo diversi da quelli che si potrebbero trovare su un disco degli Insect Warfare o degli Internal Rot, seppur reinterpretati da un batterista dallo stile molto più affine a quello di James Read. E infine, come ci si può aspettare da ogni disco war metal nello stile di Conqueror e Revenge, in mezzo alle strofe troviamo alcuni break lenti e strascicati che raccolgono tensione prima di liberarla nella successiva sparata: beh, nel caso dei Primitive Warfare, queste sezioni suonano più malvagie che mai! Il sulfureo stacco di “Nuclear Regression”, ad esempio, riporta addirittura alla mente il primo album degli Antaeus e riesce a far rabbrividire per quanto diabolico e malato suona, quasi come se la band stesse godendo, in un’euforia gioiosa e spontanea, degli scenari di massacro che sta rappresentando.

Più “evil” di così? Non stiamo ovviamente parlando di un album complesso, e ascolti ripetuti potrebbero portarne alla luce la natura formulaica (che risulta evidente in particolare arrivati alle ultime due tracce). Per fortuna, l’efferata energia distruttiva che il disco emana dall’inizio alla fine riesce in gran parte a sopperire a questo difetto, che ci si deve comunque aspettare da un disco war metal (in particolare uno moderno, ora che il genere è stato codificato e standardizzato a causa del tanto temuto riconoscimento mainstream). È un merito non da poco che, nonostante quanto detto, il riffing rimanga in ogni caso decisamente più coinvolgente e genuinamente aggressivo rispetto a molte altre uscite recenti dello stesso genere, soprattutto considerando la propensione per il minimalismo barbarico ed efferato manifestata dalla band, che avrebbe potuto facilmente trasformarsi in trito manierismo. Un risultato senza dubbio impressionante, per il quale posso tranquillamente consigliare “Extinction Protocol” a qualsiasi appassionato del lato più selvaggio del metal estremo, sia esso black, death o grind. Insomma, meno paraocchi e categorizzazioni, più blast-beat e bagni di sangue.

REVIEW OVERVIEW
Voto
80 %
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primitive-warfare-extinction-protocolTRACKLIST <br> 1. Pulpit Of The Conqueror (Mutually Assured Desecration); 2. Nuclear Regression; 3. Engulfed By Satanic Might; 4. Spears Of Emission; 5. Witness!; 6. Extinction Protocol; 7. Iron Sight Omnipotence; 8. Heretic Crusade <br> DURATA: 31 min. <br> ETICHETTA: Godz Ov War Productions <br> ANNO: 2024