Terzo appuntamento con la nostra simpatica rubrica di recensioni veloci da leccarsi i baffi, che potremmo più correttamente definire come una sorta di periodici consigli per gli ascolti. Roba che scoviamo nei meandri dell’underground, girovagando tra catacombe umide e scoperchiando bare incrostate di ragnatele, solo per potervi offrire qualche putrida novità (a questo giro infatti solo dischi del 2024) al fine di saziare le vostre insaziabili orecchie.
AINZAMKAIT – WAS DES LEBENS NICHT WERT – FULL LENGTH – 2024 – Purity Through Fire
Esordio sulla lunga distanza per la one man band teutonica il cui monicker suona in tedesco come la parola “einsamkeit”, ovvero solitudine. Il titolo dell’album invece significa “qualcosa per cui non vale la pena vivere”… parole da suicidal depressive black metal direte voi, ma in realtà non è così o per lo meno non totalmente. Il black metal degli Ainzamkait infatti affonda le sue radici in quello del loro paese di origine, con evidenti echi alla Nargaroth e pure saltuariamente al NSBM, con canzoni estremamente quadrate e semplici, dai ritmi medi e cadenzati, in cui la componente melodica dei riff è preponderante. Un album che tende ad avvolgere l’ascoltatore con melodie melanconiche e tragiche, ma mai disperate o tediose, e il cui tasto dolente è un’eccessiva monotonia che appiattisce tutte le tracce sullo stesso piano. Urge un vero batterista o un settaggio della drum machine un pochino più evoluto, ma per il resto le premesse sono interessanti.
WULDORGAST – COLD LIGHT – FULL LENGHT – 2024 – Iron Bonehead Productions
Altro esordio targato 2024. Questo duo americano non solo richiama con il monicker il mondo scandinavo ma lo fa anche con la musica. Ci troviamo di fronte ad un black metal piuttosto canonico nei suoni e nelle strutture, con i soliti nomi citati milioni di volte a fare da ispiratori, confezionato però con buona tecnica e decisa ispirazione. I Wuldorgast non disdegnano discese in territori black n’roll alla Carpathian Forest, il che conferisce al disco, che pure non brilla particolarmente per idee innovative o passaggi memorabili, maggiore spessore e personalità. Un solido lavoro di mestiere che costituisce un più che positivo biglietto da visita per un band con ottime potenzialità.
SKOGSVAKTENS ENSOMHET – VED KRIGIRENS GRAV – EP – 2024 – Indipendente
Se avete letto le prime puntate di questa rubrica avrete capito che ci piace rimestare nel torbido e qui siamo nel torbidissimo. One man band filippina che esibisce senza pudore monicker, titolo dell’album e ogni testo in lingua norvegese e che afferma fieramente di aver registrato questi diciassette minuti di musica interamente con un telefono cellulare. Ci sarebbe da ridere se non fosse che le sette canzoni di questo ep sono maledettemente buone! Parliamo di un black metal grezzissimo, scarno e minimale in cui però emergono ottime idee, un songwriting non scontato, qualche melodia azzeccatissima dettata da eccellenti inserti tastieristici e una voce selvaggia ed abrasiva. L’aria che si respira è quella magica delle demo anni novanta e fra i tanti che hanno provato invano ad imitarli, forse, questo misterioso filippino è quello che ci è andato più vicino.
https://skogsvaktensensomhet.bandcamp.com/album/ved-krigirens-grav
WRÄTHHAMMER – WRÄTHHAMMER – EP – 2024 – Indipendente
Non poteva mancare la proverbiale dose di ignorante black/thrash/speed metal che stavolta arriva dalla Romania. Grezzo, diretto, veloce, spaccaossa, questo ep di debutto ha tutto quello che si può desiderare per scapocciare allegramente, oltre che riscoprie un piccola perla dei mitici Gehennah (“Piss Off, I’m Drinking!”). Altro punto a favore è da dare alla produzione, per il suono delle chitarre giustamente piuttosto compresse, e ad un songwriting meno basilare di quello che si possa pensare di primo acchito. Interessante, anche se meno convincente, la demo uscita qualche mese dopo il presente ep. Aspettiamo comunque con curiosità altre uscite di questa one man band, dietro cui si cela uno dei membri di un altro gruppo dalle sonorità molto simili e ugualmente valido, i Goatrocity.
CURTA’N WALL – YR GWYDDBWYLL – FULL LENGHT – 2024 – Grime Stone Records
L’ultimo impronunciabile album dei Curta’N Wall, una delle creature principali del geniale polistrumentista americano Abysmal Specter, è uno degli ascolti più assurdi e sorprendenti che vi possa capitare di fare in casa Grime Stone Records. Se i primi dischi ricalcavano un classico raw black metal vagamente melodico, in questo troviamo davvero di tutto: voci in clean, voci femminili, voci in scream, ritornelli da festa della birra, chitarrine e flauti folk, tastieroni in stile power melodico, momenti epici alla Bathory era “Nordland” e pure qualche spruzzata di black metal grezzo e tiratissimo. Una vera e propria sag(r)a medievale in cui è piacevole perdersi e divertirsi, grazie alla ventina di musicisti ospiti che hanno coadiuvato il buon Abysmal Specter a creare il suo lavoro più grande ed ambizioso. C’è tanto, anche troppo, cosa che porta ad un inevitabile disorientamento, ma è impossibile non apprezzare la visione di questo musicista dal talento sconfinato.