Nefarious Dusk – Death Beneath A Starless Sky

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La sede distaccata della Norvegia AD 1994 sembra trovarsi esattamente nella Cumbria, regione nel nord ovest inglese che vede ormai da anni un proliferare di progetti underground dediti ad un black metal spartano e ortodosso che ci fa rimembrare i fasti del tempo che fu in quanto ad attitudine e sonorità lerce e minimali. In queste lande lontane dalle grandi città si aggira un losco figuro, una persona con le idee ben chiare e poco propensa a scendere a compromessi quando si tratta di musica. Il suo nome all’anagrafe è Paul Gibson ma è meglio conosciuto come Hrafn e di professione fa il musicista in una serie di band che ormai non si contano più e che ovviamente fanno a gara tra loro a chi ha il suono più marcio e disperato. Ne vogliamo nominare alcune? Úlfarr, Thy Dying Light, Whinlatter, Morte Lune, Helvellyn, tralasciando quelle minori: insomma un vero e proprio maniaco del metallo, che probabilmente gira col giubbotto di pelle ad agosto, beve birra a colazione e non si taglierà mai i capelli.

Con i Nefarious Dusk, forse in questo momento il suo progetto principale, il nostro amico tira fuori un disco davvero primordiale, pesante e maleducato, caratterizzato da un suono che ci fa compiere un balzo indietro di trent’anni per quanto è coriaceo il black metal contenuto in queste sei tracce. “Death Beneath A Starless Sky”, come sempre su Purity Through Fire, cerca di mescolare nel migliore dei modi gli insegnamenti della scuola scandinava e di quella polacca di inizio anni novanta, cogliendone i tratti essenziali senza necessariamente scimmiottarli e basta. I suoni zanzarosi e ovattati così come lo screaming claustrofobico e lacerante sono classicissimi ma Hrafn non è di sicuro uno sprovveduto: scrive un lavoro senz’altro nostalgico, con chitarre in primo piano e gran quantità di tremolo picking e blast beat, ma unisce il tutto a un sapiente utilizzo di synth che danno solennità alle composizioni e, grazie anche a parti parlate e in clean vocals, riesce a dare una discreta vivacità al disco, lasciando trasparire in alcuni momenti pure un certo retrogusto melodico. Il lavoro potrebbe idealmente essere diviso in due parti.

Le prime quattro tracce hanno una durata media elevata e una complessità notevole, tra cambi tempo e inserti che creano una certa atmosfera meditativa e crepuscolare. La seconda parte del lavoro, ossia le ultime due tracce, è invece puro black metal retrò al 100%: sembra quasi di ascoltare delle b-sides di “Transilvanian Hunger” (e il titolo “Mountains Of Transylvania” potrebbe non essere solo un caso), veloci, immediate e vigliacche, che ti attaccano al collo come una bestia feroce, un vero e proprio tributo ai vecchi e seminali Darkthrone. In conclusione “Death Beneath A Starless Sky”ci ha lasciato un po’ perplessi: se nella prima parte enfatizza un certo piglio epico e la voglia di provare a dire qualcosa che sia anche solo vagamente personale, nella parte finale ci riporta con i piedi nella palude più canonica.

Ed è un peccato perché questo, al di là dei gusti, impedisce la creazione di un quadro d’insieme omogeneo, anche se è palpabile la passione di questo musicista per un certo tipo di sonorità a noi ben note. D’altronde si tratta comunque di black metal, no? Prendere o lasciare.

REVIEW OVERVIEW
Voto
70 %
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nefarious-dusk-death-beneath-a-starless-skyTRACKLIST <br> 1. Black Heart; 2. Secrets Within The Dead Forest; 3. The Raven's Curse; 4. Death Beneath A Starless Sky; 5. Mountains Of Transylvania; 6. Hymns Of Winter Depression <br> DURATA: 38 min. <br> ETICHETTA: Purity Through Fire <br> ANNO: 2024