Dopo il satanasso e i vampiri uno degli argomenti preferiti dal blacksters di tutto il mondo sono i lupi mannari e a ricordarcelo ci pensano i Luring, terzetto a stelle e strisce che giunge con questo “Malevolent Lycanthropic Heresy” al traguardo della terza fatica sulla lunga distanza, sotto l’egida dell’onnipresente Iron Bonehead Productions, a circa un anno di distanza dal predecessore “Triumphant Fall Of The Malignant Christ”. Anch’essi probabilmente affetti dal morbo dell’iperproduttività (tre album in poco meno di tre anni direi che sono una media invidiabile), come del resto molti colleghi dediti al black metal nella sua forma più grezza (Order Of Nosferat su tutti), i nostri amici fanno parte del circolo Order Of Broken Sword, insieme ai compagni di etichetta Azathoth’s Dream (che poi sono sempre loro) e Wuldorgast. L’utilità di queste congreghe a cavallo tra il musicale e l’esoterico non riesco a comprenderla completamente ma in ogni caso è tutto molto misterioso, occulto e retrò e quindi va bene così. Rispetto allo scorso album non è che in casa Luring ci siano stati chissà quali stravolgimenti, se non una maggiore preponderanza dell’elemento ambient ed atmosferico, comunque già ben presente nelle loro precedenti fatiche. Qui però ogni canzone é alternata ad un episodio ambientale, o comunque strumentale, dal piglio vagamente narrativo e dall’incedere decisamente minimale e a tratti, se devo esse sincero, pure leggermente soporifero, secondo uno schema per nulla nuovo, in effetti già adottato da molte altre band.
In quelle che sono le canzoni vere e proprie l’ensemble americano resta in sostanza legato al filone raw black metal e si inserisce comodamente nell’alveo del genere che proprio negli Stati Uniti (ma anche in Portogallo) ha visto negli ultimi anni nascere come funghi maligni una miriade di gruppi ed ha avuto un grande sviluppo a livello underground, spesso e volentieri caratterizzato da un approccio tastieristico/atmosferico, con esiti a volte interessanti ed altre semplicemente trascurabili. Primi Lamp Of Murmuur, Sanguine Relic, Vampirska, ma anche Black Cilice, sono tutte realtà il cui sound è in qualche modo accostabile a quello dei Luring. Questi ultimi dal canto loro mantengono allo stesso tempo viva una certa vena scandinava, e in particolare finlandese, percepibile soprattutto nella spiccata tendenza melodica di alcuni passaggi, che nel complesso a mio giudizio finiscono anche con l’essere i più riusciti e convincenti.
In questo senso i pezzi migliori del lotto, con il loro piglio a metà strada tra l’epico e il malinconico, sono “Born With The Devil’s Marking” e “Dying Wolf Beneath The Stars”, ma anche la più lenta e funerea “The Odious Gaze Of Chronos” può dirsi paradigmatica dell’approccio stilistico assunto dalla band in questo disco. In definitiva “Malevolent Lycanthropic Heresy” non farà certamente gridare al miracolo ma è un buon esempio di sintesi tra old school e tendenze più recenti, che guardano tuttavia pur sempre al passato: un’espressione abbastanza credibile nell’ambito di un sottogenere comunque ampiamente inflazionato.