Dei romani Lapis Niger ci siamo occupati con assiduità sulle nostre pagine virtuali, a partire dagli esordi, risalenti all’ormai lontano 2005, fino ad arrivare a “Curse Of The Myths”, l’ultimo ep pubblicato nel 2019. A celebrazione dei vent’anni di attività della band capitanata dal cantante e chitarrista Zrohell (ex Noctifer), ecco uscire questo nuovo “Wrath Of The Myths”, album che sembra proprio essere la naturale continuazione del precedente ep, del quale infatti contiene due canzoni. E tale continuità appare evidente in termini sia concettuali che musicali: dei, semidei e mostri vari della mitologia greco-romana sono ancora una volta i protagonisti della narrazione, e sembrano essere tutti decisamente incazzati. I nostri amici non possono certo essere definiti un gruppo prolifico in quanto le loro uscite discografiche sono state piuttosto centellinate nel corso degli anni e, dal punto di vista stilistico, anche piuttosto uniformi, incentrate tutte in sostanza su un black metal tradizionale, roccioso e granitico, che punta sull’impatto ma anche su atmosfere vagamente epiche.

Anche quest’ultimo parto della creatura Lapis Niger non sfugge a questa definizione e rientra perfettamente in quello che ormai può essere definito il marchio di fabbrica della band capitolina, godendo in più di una produzione che bada al sodo senza troppi fronzoli ma che risulta comunque piuttosto potente e sicuramente superiore in termini di pulizia, professionalità e levigatezza rispetto alla media dei prodotti black metal underground. Dal punto di vista strettamente musicale mi pare che siamo dalle parti dei Darkthrone del periodo “true” e dei primi Immortal, quelli pre “At The Heart Of Winter” per capirci: tutto molto classico insomma ma con una resa sonora particolarmente furiosa, violenta e diretta, che potrebbe non dispiacere anche ai sostenitori più infatuati di certo black metal svedese.

Pur muovendosi all’interno di binari ben noti e definiti, per scelta direi perfino obbligati, la band dimostra in ogni caso di sapere il fatto suo: l’esperienza di certo non manca, e con essa il mestiere, ed ecco che se il riffing e i cambi di tempo sono abbastanza “scolastici”, così come l’impostazione e il tono dello screaming, l’amalgama complessivo è del tutto convincente e pezzi come “Medusa, Ash And Stone”, “Last Battle For Janus” e “Cerbero” sono lì a dimostrarlo. Non è intenzione dei Lapis Niger rivoluzionare il genere o anche solo semplicemente fare “cose strane” quanto invece rendere omaggio ad un certo modo di intendere il black metal, che tutti conosciamo e che è ben radicato nel sottobosco estremo italiano, ed in questo senso si può dire che l’obiettivo sia stato raggiunto. “Wrath Of The Myths” è un album godibile, che batte strade famigliari e che potrà essere apprezzato soprattutto dagli ascoltatori più affezionati alla vecchia scuola.