Grima – Nightside

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È giovedì sera, anzi notte direi, vista l’ora. Sono appena rincasato dopo le prove con la mia band. Sono stanco perché sono vecchio e ho sulle spalle una settimana di lavoro. Mangio un panino e mi metto sotto le coperte. Appoggio il telefono sul comodino e chiudo gli occhi. Sento una vibrazione, una notifica sul telefono, lo prendo e con un occhio chiuso la leggo. Appena mi rendo conto di cos’ha letto il mio occhio aperto, l’altro si spalanca di conseguenza. È uscito. Finalmente. Lo aspettavo da tempo. Freneticamente attivo il bluetooth e accendo i miei cuffioni. Premo il triangolino. Parte “Nightside”, splendido sesto album dei Grima, band siberiana nata come duo, composta dai gemelli Vihlelm e Morbius, poi divenuta un quartetto con l’ingresso del batterista Vlad e del chitarrista Serpentum. Ed è subito chiaro: quest’album non è solo musica ma un’esperienza totalizzante. “Intro (Cult)” mi proietta nella steppa siberiana, dove gelo e vento sferzano senza pietà. È come attraversare l’armadio di Narnia ma invece di fauni e leoni mi ritrovo davanti una creatura ammantata di nero, con un viso legnoso e mani di rami. Chitarre pulite ma sporche, eteree, profondamente infinite, introducono un crescendo di fisarmoniche ipnotiche che rendono l’esperienza sonora ancora più cruda e angosciante. Si sente tutta la crudeltà dell’inverno perenne, l’ineluttabilità del tempo, l’ottusità della Natura. “Beyond The Dark Horizon” fa intendere il carattere della band con una dinamica esattamente opposta, un riff potente supportato da una solidissima sezione ritmica martella ininterrottamente per più di tre minuti insieme all’incredibile scream di Vilhelm, molto asciutto e penetrante, doppiato egregiamente da un demoniaco e gravissimo growl. Poi torna la quiete, questa è l’impressione che trasmette l’inizio di “Flight Of The Silver Storm”: chitarre aperte e fisarmonica fanno decollare nel bianco cielo e il mondo sembra così piccolo da lassù. Ma dura poco e si viene riportati a terra violentemente da un’esplosione di impeccabile symphonic black metal: una marcia primordiale che travolge e trascina ogni cosa come un’argentea tempesta di diamanti taglienti. L’utilizzo di suoni orchestrali dona alla composizione un carattere operistico, i sintetizzatori fanno un lavoro egregio, specie nella parte finale, e conducono per mano a “Skull Gatherers”, concettualmente simile al pezzo precedente ma profondamente diverso a livello di scrittura, più malinconico, lento, pesante ma a tratti affilato come la lama di un rasoio. Acuminata è anche la sezione lirica, graffiante ed abrasiva, che alterna scream high pitch con growl molto gutturali, marchio di fabbrica dei Grima, come l’utilizzo della fisarmonica, che ritengo geniale specialmente nella parte conclusiva del brano.

Se ascoltato in cuffia, si possono persino sentire i rumori della pressione sui bottoni durante l’esecuzione: una chicca non da poco. “Impending Death Premonition” è un brano di passaggio, veloce, potente e molto sinfonico, a tratti epico: una traccia molto classica ma con arrangiamenti ricercati. Notevole il finale, con fisarmonica protagonista e un coro pulito cantato in lingua madre, preludio alla title track, a mio parere il brano migliore del disco. Una composizione a dir poco orchestrale, con riff glaciali, ritmiche essenziali, synth profondi e riverberati, come se fossero suonati in una vasta vallata: nonostante gli oltre sette minuti di durata non c’è un momento di stanca, data la varietà compositiva e la tecnica esecutiva; memorabile l’epilogo con l’immancabile fisarmonica. Le successive tre tracce mantengono lo stesso mood sinfonico e orchestrale, con parti di autentico black metal infremezzate da parti atmosferiche con una connotazione più epica e, per certi versi, psichedelica: da notare il magistrale assolo di chitarra sul finale di “Curse Of The Void”, veramente di livello.

A concludere questa epopea è “Outro (Memories Of A Forgotten Home)”, la degna fine di un lavoro incredibile, completamente strumentale, triste, malinconica: tutti gli strumenti si amalgamano per creare un’aura sognante, un lieve ritorno a casa dopo un viaggio meraviglioso. C’è poco da aggiungere, “ Nightside” è un disco veramente da tripla A, di quelli che capita di sentire raramente, e ha il suo punto di forza nell’altissimo livello di scrittura, oltre che nella presenza della fisarmonica che dà un tocco di originalità e una connotazione puramente folk. Non trovo pecche personalmente, i Grima non solo confermano il loro talento ma si impongono definitivamente come una delle band più importanti nell’attuale panorama black metal atmosferico/sinfonico, oltre che per le capacità anche per l’estetica di prim’ordine (adoro i loro costumi). Non vedo l’ora di sentirli dal vivo.

REVIEW OVERVIEW
Voto
85 %
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grima-nightsideTRACKLIST <br> 1. Intro (Cult); 2. Beyond The Dark Horizon; 3. Flight Of The Silver Storm; 4. Skull Gatherers; 5. Impending Death Premonition; 6. The Nightside; 7. Where We Are Lost; 8. Curse Of The Void; 9. Mist And Fog; 10. Outro (Memories Of A Forgotten Home) <br> DURATA: 49 min. <br> ETICHETTA: Napalm Records <br> ANNO: 2025