Tymah – Loquitur Cum Alqo Sathanas

0
1146

Secondo full lenght per gli ungheresi Tymah, band che già aveva saputo colpirmi positivamente con il precedente “Transilvanian Dreams”, più che un disco un sincero omaggio allo spirito primordiale del black metal, in particolare all’anima del defunto Dead. Anch’esso dedicato allo storico singer suicida, questo “Loquitur Cum Alqo Sathanas” è certamente un lavoro più ambizioso e ricercato, a partire da una produzione più incisiva. L’obiettivo della band è quello di trasporre in musica una spirituale iniziazione ai demoni degli inferi, attraverso sette capitoli, ciascuno rappresentante un cancello; ogni fase viene tra l’altro illustrata in macabri e grigi disegni all’interno del booklet, molto professionale e curato nei minimi dettagli. Aspetto artistico e filosofico a parte, il black metal dei nostri, sempre più rappresentati dalla leader Dim, autrice di tutte le musiche e i testi, è feroce e selvaggio, una sorta di “Nattens Madrigal” influenzato però da forti richiami della scuola dell’Est, in particolare da gruppi quali Hate Forest e Nokturnal Mortum. Ma l’album dei magiari è molto di più di una semplice trasposizione della lezione dei cosiddetti maestri. Si tratta di una somma opera, profonda e soprattutto autentica. Si passa da canzoni molto lunghe ad altre più brevi, sempre costruite attorno ad un guitar work grezzo e tagliente, costantemente in tremolo picking (a parte rari ma ottimi arpeggi), dal feeling notturno, furioso ed epico, spesso ripetitivo e circolare ma comunque mai tedioso o inconsistente. Medesimo giudizio sulla sezione ritmica, sempre incentrata su tempi velocissimi e travolgenti, fortunatamente mai troppo invadente, ma bilanciata in maniera intelligente al volume alto e stridulo delle chitarre. Campo libero invece alle linee vocali, rigorosamente in lingua madre, sempre più inumane e sempre meno “femminili”, impostate su uno screaming indiavolato e raggelante. Difficile dunque trovare punti deboli in “Loquitur Cum Alqo Sathanas”, così come mi risulta presso che impossibile stabilire il brano migliore, dato che nessuna delle tracce si dimostra qualitativamente inferiore alle altre. In altre parole, ci troviamo di fronte ad un vero capolavoro, dal quale è impossibile non rimanere annichiliti e nel contempo affascinati: un disco che, senza esagerazioni, ha saputo riportarmi ai tempi d’oro del black metal, un gioiello il cui acquisto è indiscutibilmente obbligatorio!

REVIEW OVERVIEW
Voto
80 %
Previous articleDisembowel – Plagues And Ancient Rites
Next articleArallu – Desert Battles (Descending To The Sands)
tymah-loquitur-cum-alqo-sathanasTRACKLIST <br> 1. Megöltem Istent (Caedebam Dei); 2. Sátán ?tján (In Devenit Satana); 3. Temetõ (Sepulcretum); 4. Oltár (Altaria); 5. Styx (Styx); 6. Kulcs (Claustra); 7. Sátán (Sathanas) <br> DURATA: 46 min. <br> ETICHETTA: No Colours Records <br> ANNO: 2007