I Wyrm sono una band ceca attiva da ben 12 anni e questo “Seven Gates Of Apocalypse” rappresenta per loro il secondo full-lenght. Il lavoro dei nostri si snoda attraverso sette tracce, più un’outro atmosferica, di diabolico e cruento black death metal. Da subito salta all’orecchio il sound, leggermente confuso sia per quel che riguarda le chitarre, a dire il vero un po’ affossate, ma soprattutto per la batteria che quasi pare essere una drum machine (anche se così non è) da quanto è triggerata e dal suono quasi “meccanico”. Questo piccolo difetto di produzione non rappresenta però un problema insormontabile, dato che ad un volume adeguato i suoni appaiono finalmente più chiari e nitidi. I brani sono feroci e violenti, specie nella prima parte dell’album, caratterizzati da un riffing a metà strada tra il classico black metal tipico dell’est europeo e di gruppi quali Inferno o Silva Nigra, ed un feroce assalto sonoro che ricorda in qualche maniera “Panzer Division Marduk”, con in più una strizzatina d’occhio al black death più catacombale di Havohej, Blasphemy, Revenge e acts simili. Se l’inizio è un po’ titubante, nel senso che le prime due tracce scivolano via senza lasciare nulla di positivo se non una violenza incontrollata, già dalla terza canzone “Hallowed Ground” le cose tendono nettamente a migliorare, per un maggiore riconoscimento del sound generale da parte dell’ascoltatore, ma, soprattutto, grazie al valore effettivo dei pezzi che sembra davvero crescere in maniera esponenziale, specie per quanto riguarda l’uso delle melodie. Difatti il meglio dell’album viene proprio lasciato alle tracce conclusive: “Through The Gates Of Glory”, brano epico e furibondo molto ben riuscito e “ Voice Of Pagan Blood”, altro esempio di melodia e potenza ben amalgamate ad una sessione ritmica barbarica e distruttiva. Buona anche la prova vocale, espressiva e potente nell’intera durata, uno scream/growl ben amalgamato al contesto musicale. Aggiungete una conclusione marziale, che tende a rappresentare l’Apocalisse evocata dalle sette canzoni precedenti e che pone fine a un album dalla breve durata ma dalla grande intensità e ferocia. Di certo un lavoro non indispensabile e che non rimarrà scritto nella storia del genere, ma un ascolto rimane comunque consigliato, specie per gli amanti delle sonorità più violente.
