Nuovissimo lavoro per i tedeschi Warhammer, che viene alla luce dopo le varie ristampe delle loro opere precedenti. Il quartetto non sposta di una virgola la propria proposta musicale, sempre molto ancorata allo stile inconfondibile e immortale dei migliori Hellhammer. Da molti infatti considerati solamente una band clone della storica formazione svizzera, al contrario dei detrattori, io mi sento di difendere a spada tratta questa realtà alemanna che, con passione, abnegazione ed impegno, continua imperterrita a sfornare cd dal sapore retrò e ignorante, con il loro black death thrash sporcato da una certa vena doom proprio come si usava una volta. Di certo, non puntando sul fattore originalità, termine probabilmente sconosciuto ai Warhammer, i nostri in questo “No Beast So Fierce…” riescono nel glorioso intento di far rivivere ancora una volta i mitici anni ’80, a ben 30 anni di distanza da quella decade, e questo per me non può che essere un punto a favore per il gruppo. Brani come l’iniziale “Doomsday Inferno”, opener perfetta dopo un’azzeccata e riuscita intro, la breve e minacciosa “Flames Of Armageddon”, o ancora la rutilante ed aggressiva “Total Maniac”, sono dei perfetti omaggi al Tom Warrior Fischer che fu, prima di essere influenzato dalle “pericolose” tentazioni che lo hanno spinto a cambiare registro con i suoi Celtic Frost, fatta eccezione per l’immortale capolavoro “Morbid Tales”. Per i Warhammer il discorso è ben diverso; qui non c’è nessun episodio sperimentale; qui, per l’intera durata del lavoro, il gruppo picchia duro, con canzoni semplici, dirette, fatte di pochi accordi ma estremamente coinvolgenti anche quando i tempi si fanno più rallentati e ad emergere è il lato più doom del gruppo (“The Bloodstained Shadow”, “Thirty Pieces Of Silver”), sebbene questo album mi sia sembrato più diretto ed improntato maggiormente sul classico ed intramontabile “tu-pa tu-pa”, rispetto ai lavori passati dove i ritmi cadenzati avevano decisamente più importanza. Anche la prova vocale ricorda molto da vicino quella degli Hellhammer, risultando sporca e ruvida al punto giusto, senza però sfociare in growl troppo profondi ed incomprensibili: tutt’altro, la voce è sempre ben udibile e dal timbro deciso e ben scandito, tanto da riuscire a comprendere alcune parole senza aver bisogno di leggere i testi del booklet. Un lavoro essenziale, spicciolo, anche nelle tematiche sataniche e anticristiane di serie B, che darà conferma dei Warhammer ai sostenitori incalliti come il sottoscritto, e che farà storcere il naso a coloro che mai li hanno saputi apprezzare e capire, definendoli semplicemente una clone band. Sarà anche così, ma ce ne fossero di gruppi che nel 2009 sono ancora capaci di farti rivivere momenti di puro headbanging e delirio come solo le bands degli anni ’80 sapevano fare. Certo, i capolavori sono altrove, ma per l’ennesima volta, massimo supporto!
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