Quarto album in quattro anni per i norvegesi Minneriket. La prolificità della band non si accompagna ad altrettanta qualità purtroppo. Non ho avuto il piacere di ascoltare le precedenti uscite e sicuramente quest’ultimo lavoro non mi spinge a farlo. Siamo di fronte ad una one-man band di un certo Stein Akslen che è anche il fondatore dell’etichetta che promuove la band, band unica presenza del roster. Il black dei Minneriket è atmosferico, sinfonico, fatto da canzoni lente, ricche di mid e low tempos, che stancano molto presto. Si fa fatica ad arrivare alla fine del full length; un full length che definire banale è poco e se dopo tre album questo è il risultato non vedo un grande futuro per i nostri. Si tratta di un lavoro elementare sotto ogni punto di vista, dalla musica alla voce (monocorde), ai titoli delle tracks: “An All Too Human Heart”? Ho dei dubbi sulla sua conoscenza dell’inglese. Menzione a parte merita la copertina; forse farà la felicità dei maschietti ma è a dir poco ridicola, con una ragazza in classico abbigliamento metal semivestita. Poco gusto non c’è che dire. Mi sbaglierò ma questo album è un flop sotto tutti i punti di vista, dall’attitudine alla musica all’artwork. Spero aspetteremo un po’ di tempo in più per il prossimo “capolavoro”.
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