Continua a produrre materiale piuttosto interessante il progetto di Ole Alexander Myrholt, che sforna questo ep a breve distanza dalla pubblicazione del precedente full length “Med Samme Naal, Under Samme Maane” (qui la recensione), proseguendo sul sentiero della tradizione, nel nome della più radicale fedeltà ai canoni stilistici del true norwegian black metal dei tempi che furono. “Vinter” esplicita le proprie intenzioni fin dal titolo e dall’immagine raffigurata in copertina: è un’immersione totale nella natura e nel rigido inverno nordico, tra foreste innevate e quel silenzio profondo e completo che soltanto l’assenza dell’uomo può garantire. “Heimdall” è una traccia dall’andamento cadenzato e dolente, dalla quale trasudano in modo evidente reminescenze di matrice burzumiana, tanto nel riffing quanto nell’atmosfera ed in particolare nell’uso delle tastiere: un debito che il nostro paga senza nascondersi troppo. La successiva “Hieros Gamos” è invece un pezzo più dinamico ed aggressivo, dall’afflato più epico e in questa occasione i principali riferimenti compositivi sembrano essere Kampfar e Taake. Al di là degli inevitabili accostamenti con altri gruppi, ciò che conta in questo lavoro è l’indiscutibile presa emotiva, la capacità di suscitare nell’ascoltatore (specialmente in quello a suo tempo folgorato da questo genere di sonorità) un trasporto che prescinde dalla novità della proposta. Un mini così, se fosse stato pubblicato nella prima metà degli anni novanta, oggi quasi sicuramente sarebbe di culto.
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