Terza fatica sulla lunga distanza per gli italiani Profezia, band capitanata da Kvasir (già membro dei più conosciuti Abhor), che vede tra le proprie fila la partecipazione, in veste di singer, di M. The Bard, proveniente da The True Endless e Opera IX. “Oracolo Suicida” contiene materiale composto in un lasso di tempo piuttosto lungo (dal 2006 al 2012) ed è un’opera di black metal lento ed avvolgente, che non nasconde una certa predilezione per la melodia e che lambisce spesso sonorità di stampo depressivo. I pezzi sono di media-lunga durata ma presentano tutti una struttura piuttosto semplice ed un riffing lineare, segno che il gruppo ha deciso di puntare più sull’emotività che sulla tecnica esecutiva. In questo senso è degna di nota la presenza costante del violino, che si ritaglia il proprio posto d’onore al fianco delle chitarre, tessendo trame ricche di pathos, che catturano immediatamente l’attenzione dell’ascoltatore e si fanno veicolo di autentica disperazione. Se si volessero fare dei paragoni, si potrebbe accostare lo stile dei Profezia a quello degli Shining dei primi tre albums, con almeno due differenze fondamentali. Innanzi tutto il cantato: M. The Bard non si lascia mai andare ad uno screaming selvaggio e violento ma al contrario mantiene costantemente tonalità profonde ed espressive, rendendo ben comprensibili i testi interamente in lingua italiana. In secondo luogo l’andamento del disco: rituale, criptico, esoterico; vicino quindi alla tradizione estrema del nostro paese. Il connubio tra queste due anime – quella più fredda e nordica e quella più magica e mediterranea – regge ed il lavoro scorre scandendo i tempi di una marcia funebre in una desolata catacomba, pur non brillando per particolare originalità ed eccedendo talvolta nella riproposizione dei medesimi stilemi. Questo lavoro soddisferà il palato di tutti quelli che nel black metal ricercano non soltanto rabbia e ferocia ma anche feeling ed atmosfera. Merita certamente più di un ascolto.
