Bisogna davvero rendere merito alla statunitense Hells Headbangers Records, etichetta attivissima e veramente abile nello scovare realtà interessanti nel più profondo marciume underground. È il caso dei tedeschi Witching Hour, band in attività dal 2006 e con alle spalle due lavori di lunga durata, “Rise Of The Desecrated” e “Past Midnight…”, pubblicati rispettivamente nel 2009 e nel 2011, oltre a un demo, un ep ed uno split in compagnia dei connazionali Division Speed. Questo “…And Silent Grief ShadowsThe Passing Moon” è dunque la loro terza fatica sulla lunga distanza, il terzo assalto di “ancient black metal”, per usare la definizione che la stessa band dà della propria musica. E se il terzo album è tradizionalmente considerato quello della maturità, quello che dovrebbe definitivamente definire la dimensione di un gruppo, si può senz’altro affermare che i nostri abbiano dato prova con quest’opera di avere molto da dire e di avere un modo personale di dirlo, anche se qui perla verità di black metal, inteso nel senso comune del termine, ce n’é davvero poco o niente. Di base i Witching Hour suonano una sorta di black/thrash epicissimo e reso estremamente dinamico dall’intrecciarsi sistematico di trascinanti ed azzeccatissime melodie e da lunghe fughe heavy metal che rendono il sound potente e vario e gli conferiscono freschezza ma anche un’aura dannatamente old school. Nei momenti più tirati e sporchi si notano le influenze nefaste di gruppi come Bewitched e Desaster, fino a sfiorare sonorità care ai Motörhead più casinari ma la musica dei Witching Hour non è un puro e semplice assalto sonoro, anzi: vi sono amplissime ed elaborate parti strumentali nelle quali l’ensamble teutonico dimostra tutta la propria creatività ed abilità compositiva, senza mai perdere di vista il coinvolgimento emotivo dell’ascoltatore, lunghe parentesi che si traducono spesso e volentieri in ruggenti cavalcate di metal classico, rispolverando i fasti della NWOBHM e chiamando in causa a più riprese mostri sacri come Angel Witch, Saxon e primi Iron Maiden.
Se le ispirazioni non sfuggiranno certamente all’orecchio che si nutre da anni di questo genere di sonorità, c’é da dire che i Witching Hour riescono a mescolare tra loro tutte queste influenze in modo incredibilmente naturale ed il risultato,come si dice, è qualcosa di più che la semplice somma degli addendi. Quello che ne viene fuori infatti è un frullato assolutamente saporito, una goduria per chiama il metal ottantiano (sia esso thrash, heavy, speed o epic), travestito per l’occasione con un abito più estremo: ed è sufficiente dare un ascolto alla lunga suite che funge da opener o a pezzi semplicemente stratosferici come “Behold Those Distant Skies” o la conclusiva “As I Walk Among Sepulchral Ruins” per rendersi conto di quanto ho appena detto. Anche l’approccio vocale del singer Jan Hirtz è abbastanza sui generis: una specie di urlo rauco e crudo, che non è ovviamente una voce pulita ma neppure il tradizionale ed abusato screaming. Completa il quadro un concept che alle classiche tematiche lugubri e mortifere sembra accostare un certo piglio fantasy. Per quanto mi riguarda questi Witching Hour sono stati un’inaspettata e piacevole sorpresa: in un panorama underground troppo spesso stantìo e desolante, pieno zeppo di fotocopie malriuscite, c’é ancora qualche band meritevole di attenzione, quanto meno per la capacità di riproporre un certo sound declinandolo con una propria impronta. Questo “…And Silent Grief Shadows The Passing Moon” è un disco che potrebbe piacere sia a Fenriz che a Joey De Maio, e scusate se è poco.