Katatonia – For Funerals To Come…

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Recensire oggi, a molti anni dalla sua pubblicazione, questo seminale mini cd dei fondamentali Katatonia non é certo impresa semplice. Il rischio é duplice: da una parte incombe la tentazione di lasciarsi andare ad eccessivi entusiasmi, visto il peso determinante del presente come di tutti i primi lavori della band svedese su decine e decine di dischi a venire, dall’altra la necessità di sottoporre ad un confronto che risulterebbe irrimediabilmente impietoso le più recenti produzioni del gruppo di Blackheim con i capolavori del passato. Qui i Katatonia sono colti nel momento del loro massimo fulgore e ci propongono un’opera certamente ancora acerba e ingenua sotto diversi aspetti ma forse proprio per questo estremamente genuina, selvaggia e vera. A due anni di distanza dal fulminante debut “Dance Of December Souls”, il tentativo di fondere il black metal classico con ritmiche di stampo doom/death non é ancora perfettamente compiuto, ma le atmosfere generate da pezzi intricati e compositi come l’opener e la successiva “Shades Of Emerald Fields” mettono i brividi. Nostalgia, malinconia, depressione, suicidio: i temi cari alla poetica dei Katatonia sono tutti presenti in nuce in questa piccolo scrigno di oscuri prodigi, come pure i germi della loro musicalità così sinistra ed allo stesso tempo suadente ed onirica che sarà pienamente sviluppata nel successivo “Brave Murder Day”. I numerosi cambi di tempo, gli stacchi acustici, le struggenti melodie creano un mood che avvolge l’ascoltatore, intrappolandolo in un reticolo nefasto di grigia tristezza; il tutto sovrastato ed impreziosito dalle vocals profonde e disperate di Blackheim, ai tempi impegnato anche nei sulfurei Diabolical Masquerade, le cui urla atroci si conficcano come tante lame acuminate nel cervello. Un gioiellino da possedere e custodire gelosamente, per l’importanza storica rivestita nell’ambito del filone dark depressive e della musica estrema tutta.