Arriva dagli Stati Uniti questa one man band che esordisce con questo primo full length ed ha alle spalle un demo ristampato in edizione limitata a sole 150 copie e uno split con gli Empire of Hate. Dalle prime note di quest’album si viene immediatamente rapiti dal fascino ipnotico di un guitar riffing molto d’impatto e profondo, che insieme alle vocals strazianti e tormentate, danno vita ad un tappeto sonoro cupo e funereo. A caratterizzare “Paths Of Desolation” è un Black Metal depressivO che rispetta pienamente i cliché del genere. Con mio enorme piacere mi rendo conto di come la scena statunitense sia ricca di ottime band appartenenti a questo filone, e i Morthond non fanno che contribuire alla crescita di questo genere in America. L’album in questione, che si protrae per 55 minuti, è costituito essenzialmente da ritmi molto rallentati, e riff ripetuti che odorano di morte, inframmezzati da mid tempos veloci che di tanto in tanto spezzano l’impassibile e gelido incedere di questa abissale cavalcata. Alcune tracce presentano un minutaggio relativamente elevato, che si aggira intorno ai 9 minuti, come la seconda “The Wandering Apparition” il cui arpeggio iniziale mi ha molto ricordato l’outro di “Geliebte des Regens” di Nargaroth, oppure la quinta “Archaic Rapture” anch’essa una delle più lunghe e corpose che presenta un andamento più veloce e finisce per cedere il passo a lente e monotematiche battute. Il pezzo che conclude l’album “Lost In The Fog of Dissonance” è anche il più lungo, 12 minuti di angoscia e disperazione che racchiudono le più sofferte e intime emozioni di una mente assolutamente perversa e marcia. Si conclude così un lugubre viaggio, dove odio, amarezza e rassegnazione rappresentano le tappe fondamentali che daranno il tormento a tutte le anime dannate che si avvicineranno a questa malsana opera.
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