“Pursuit of the Sun & Allure of the Earth” è il primo full lenght di questa semi sconosciuta band canadese. L’album in questione rientra in quello che può definirsi Black Metal melodico, anche se racchiude sfumature di varia natura che ampliano notevolmente questa definizione. Le dieci canzoni incluse in questo cd sono abbastanza variegate tra loro, facendo sì che non prevalga nessun genere in particolare. Molti sono gli episodi particolarmente lenti e pacati, le parti acustiche possono vagamente ricordare Opeth e soprattutto Empyrium, come la quinta “Allure Of The Earth” o la ottava “Summer’s Envy” per citare alcuni esempi. Piuttosto limitato è invece lo spazio riservato alle parti più veloci, abbastanza scontate tra l’altro, tra cui possiamo ricordare tracce come la seconda “The Will to Give” e la settima “Dragged Across A Forest Floor”, in cui alcuni passaggi particolarmente tirati possono trovare un lontano paragone con Vintersorg, Borknagar, pur mancando comunque dell’epicità e delle forti marcature folk/pagan caratteristiche di questi gruppi. Le parti vocali sono sicuramente incisive, e offrono un ampio contributo alla resa finale dell’album; va riconosciuto al singer infatti la capacità di creare diverse linee vocali a seconda delle diverse basi strumentali, riuscendo a sfoderare una intonatissima voce pulita -che mi ha molto ricordato addirittura quella di Anders Friden leader degli In Flames nel penultimo Reroute to Remain-, e uno screaming sufficientemente d’impatto. Numerosi i momenti pacati, come ho già detto, dalle venature particolarmente melodiche e malinconiche come la quarta “The Sun was in My Eyes: Part Doom”, che a mio avviso non ha nulla a che spartire con la definizione di Black Metal melodico affibbiata alla band, in quanto gli elementi che la caratterizzano sono completamente estranei al Black Metal inteso nell’accezione più “soft” possibile. Non esiste dunque all’interno di quest’album una canzone di stampo black, in tutte le sue sfumature, esiste piuttosto uno scheletro che si rifà in alcuni passaggi al suddetto genere, su cui viene costruita un’impalcatura melodica estremamente leggera alternata a sporadici momenti più duri e veloci. Credo che l’album sarebbe stato molto più interessante se fosse stato presentato soltanto il lato acustico e melodico; pur contenendo pezzi abbastanza validi, in questa sua forma risulta forse un po’ sconclusionato e variegato visto che tale affermazione si riferisce non al singolo stile di ogni canzone ma ai diversi generi proposti all’interno di un così limitato contesto musicale.
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