Woods Of Infinity – Hejda

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Posso affermare con assoluta certezza che questo è l’album più malato che io abbia sentito finora. E diventa anche difficile recensire un lavoro del genere, ma proverò comunque a darvi una vaga idea di ciò che contiene questo gioiello. Gli svedesi Woods of Infinity realizzano infatti un album che sicuramente non passerà inosservato; siamo difronte a qualcosa di estremamente personale e che riesce ad incuriosire e interessare come ormai davvero pochissimi album riescono a fare. Il cd dura ben cinquantacinque minuti, 9 tracce, tutte con testi in svedese, colme di malignità e pazzia allo stato puro. Spesso si ha la sensazione che molti passaggi siano improvvisati, o meglio messi a caso; si tratta di inframmezzi di svariata natura, che interrompono per qualche secondo le song facendogli assumere un aspetto apparentemente inconcludente, ma di notevole effetto. I riff sono costruiti su linee tutto sommato “melodiche”, ben distanti dalle tipiche composizioni di stampo svedese à la Marduk, Dark Funeral etc. La cosa che sicuramente mi ha più colpito sono le vocals, che, se fossero state differenti e più tradizionali, avrebbero di certo fatto assumere una diversa piega all’album. Ravenlord ci offre una prestazione straordinaria; lo screaming è uno dei più malvagi che io abbia mai sentito, ma raggiunge ancor di più livelli da vero squilibrato il cantato pulito, che spesso risulta semplicemente parlato. Ravenlord sembra un pazzo furioso che urla cose sensa senso, stonando il più delle volte, riuscendo a trasmettere un senso di follia e disperazione allo stato puro. Ma l’apoteosi viene raggiunta con l’ottavo pezzo, “Old Songs”, dove già dai primi secondi si intuisce facilmente che la song altro non è che una cover. Barry Manilow (chi..?) è il nome del cantante che ha composto originariamente questa canzone, cantante che Ravenlord apprezza particolarmente. La song in questione ha le caratteristiche di una tipica e sdolcinata canzone d’amore, e sentire l’improbabile voce pulita del singer è un vero spasso, ve l’assicuro! Qualcosa di assolutamente schizofrenico e comico allo stesso tempo. Il pezzo che più mi ha colpito nella sua stranezza è forse il settimo, dove i ritmi sono molto più sostenuti, spezzati da strani effetti sonori e samples di varia natura, tipo gente che tossisce e cose simili…! L’ultima traccia segue la scia della precedente, presentando diversi momenti sconclusionati e proprio per questo d’impatto. Il resto scopritelo voi, è impossibile restare indifferenti a qualcosa di così marcio e perverso.

REVIEW OVERVIEW
Voto
80 %
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woods-of-infinity-hejdaTRACKLIST <br> 1. Köld 2. Under Färden 3. Kärlek och Vänskap 4. Piskar Ut Mitt Hat 5. En Förgången Tid 6. Det Som Hände 7. Old Songs (Barry Manilow cover) 8. Sakrament <br> DURATA: 55 min. <br> ETICHETTA: Total Holocaust Records <br> ANNO: 2005