Seconda fatica sulla lunga distanza per i nostrani Earth And Pillars, pubblicato in elegante formato A5 sotto l’egida della sempre attenta Avantgarde Music, “Pillars I” è un viaggio affascinante a stretto contatto con la natura e segue a due anni di distanza il suo predecessore “Earth I”, che aveva già attirato le positive attenzioni della critica. Della band non si sa praticamente nulla: preferiscono lasciar parlare soltanto la musica ed è un bene perché si tratta di musica di grande qualità e decisamente ispirata. La presentazione parla di un sound vicino a gruppi come Battle Dagorath, Lunar Aurora, Darkspace, Paysage D’Hiver ed è sicuramente vero ma tra le influenze della band tricolore citerei anche realtà come Wolves In The Throne Room e Fell Voices: la musica proposta si sostanzia infatti in un black metal atmosferico anche concettualmente vicino alla corrente cascadian per l’immaginario naturalistico evocato e per il piglio meditativo ed introspettivo. Ampie sono le fughe ambient e fondamentale è il ruolo giocato dai sintetizzatori, veri protagonisti dell’opera, sulle note suadenti dei quali si regge gran parte dell’impatto emotivo di un lavoro che vuole invitare l’ascoltatore soprattutto alla riflessione ed all’immedesimazione panica con la terra ed il cosmo. Sono così importanti le tastiere nell’economia del songwriting che i nostri si sono anche lasciati prendere la mano e, durante la registrazione dell’album, hanno composto quello che in pratica è un altro full length, interamente tastieristico, “Towards The Pillars”, compreso come bonus nell’edizione limitata del disco (in maniera non dissimile da quanto fatto dai citati Wolves In The Throne Room con lo sperimentale “Celestite”). Divagazioni a parte siamo di fronte ad una cascata di black metal spirituale, ben costruito attraverso una sapiente alternanza di riff più aggressivi, passaggi glaciali e momenti più rilassati, che riducono efficacemente ad unità strutture per nulla semplici e mettono in mostra capacità compositive sopra la media. Va da sé che un album del genere, concepito quasi come un’ideale colonna sonora, può essere apprezzato appieno soltanto nel giusto stato d’animo: solo così infatti potranno prendere forma le visioni oniriche, le immagini solenni, l’oscurità ma anche gli improvvisi squarci di luce che i nostri mettono in musica in un caleidoscopico crescendo. Suggestivo e di ampio respiro, questo lavoro degli Earth And Pillars mi rafforza nella mia convinzione che le migliori realtà black metal italiane sono quelle che si mantengono più distanti dai riflettori.
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