Il blackened death metal è un sottogenere ben definito, con le sue regole non scritte ed i suoi topoi compositivi rigidamente delineati: una tradizione che si è andata costruendo nel corso degli anni e che proprio nelle bands provenienti dai paesi del’Europa dell’Est ha trovato alcuni tra i suoi maggiori esponenti. I Nordwitch vengono dall’Ucraina e questo “Mørk Profeti” è il loro esordio sulla lunga distanza, sotto l’egida della Satanath Records, etichetta che si sta sempre più specializzando in questo genere di sonorità aggressive e letali. Ed aggressivi e letali i nostri lo sono senz’altro, pur facendo poco o nulla per cercare di emergere in un panorama ormai affollato, nel quale si può spiccare solo mettendo in mostra una personalità rocciosa o sperimentando nuove soluzioni. “Mørk Profeti” è un disco tecnicamente ineccepibile, che lascia di stucco per la potenza sprigionata, ed a tratti anche per l’abilità strumentale dei musicisti coinvolti, ma a conti fatti si perde nel mare magnum delle molte (forse troppe) uscite simili che stipano il sottobosco underground. Le chitarre macinano riff assassini e melodici al punto giusto, la batteria è precisa e distruttiva come una macchina da guerra: tutto è come deve essere ma la band non riesce davvero mai ad evitare i consueti luoghi comuni, muovendosi su coordinate stilistiche stranote, per la gioia dei fanatici del genere e per la noia di tutti gli altri. Menzione d’onore va fatta comunque per la brava (e bella) singer Masha, dotata di un’ugola al vetriolo ed il cui timbro vocale mi ha un po’ ricordato quello di Rachel Heyzer ai tempi dei Sinister: è lei la vera “Lady Evil” dell’album, per citare quello che è sicuramente il brano migliore del lotto. Vedremo se in futuro i nostri resteranno dei gregari o saranno in grado di imprimere alla loro musica un’impronta più decisa: per ora si guadagnano comunque un’ampia sufficienza.
