Nati per volontà dell’unico membro della band, Incarnatus, i canadesi Pagan Hellfire sfornano questo album che è ben lontano dai classici lavori autoprodotti minimali e spesso registrati con mezzi di fortuna. Il Cd in questione si presenta in una confezione abbastanza soddisfacente, ma ciò che colpisce favorevolmente è la qualità del sound, sicuramente buona e abbastanza potente. Musicalmente parlando, non si può certo dire che la proposta della band canadese sia particolarmente innovativa, ma gli otto pezzi che compongono “In Desolation, in Ruins” creano un lavoro relativamente omogeneo e piacevole da ascoltare. Il minutaggio è notevolmente elevato, poco più di 50 minuti di sano e puro Black Metal, che raggiunge picchi elevati in alcuni passaggi ma anche momenti particolarmente monotematici e stancanti come per esempio nella sesta “Hear The Trumpet Call”, che si prolunga inutilmente per sette minuti. I primi pezzi si mantengono su ritmi forse più sostenuti, caratterizzati dalle tipiche sfuriate Black, con riff taglienti e incisivi. Tracce come la quinta “Leading To Downfall”, o la settima “Towards A Dead Horizon” presentano invece un andamento più rallentato, se pur inframmezzate da mid tempos repentini e improvvisi, ma comunque costruite su semplici motivi melodici e di maggiore intensità che facilmente restano impressi; in particolare la già menzionata “Towards A Dead Horizon” dai toni mesti e disperati, si discosta dal resto delle song aprendo una breve parentesi alle porte del depressive. Molto efficace lo screaming, angosciante ed espressivo quanto basta per conferire quell’alone di malignità e personalità a ciascuno dei pezzi. Dunque un buon lavoro dalle svariate sfumature che potrà sicuramente essere apprezzato per questo da un pubblico più vasto.
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