Zenith è un oscuro progetto nostrano nato nel 2002 e formato da N’ Trallallach ed M’ Trallallach, che si propone di creare una musica enigmatica ed estrema che si ponga al di là delle definizioni di genere, unendo influenze che vanno dal black metal al doom, dal dark ambient al noise. Per la verità in questo “Aedipus-Rimotion Of The Fragment 23” il metal è soltanto una lontana reminiscenza, mentre è l’elemento “ambient” a prendere decisamente il sopravvento, anche se la parola va intesa in senso molto ampio. La musica di Zenith è infatti assimilabile ad un rituale morboso e notturno che si dipana tra note lunghe, oniriche e profonde. Ai lugubri e dilatati tappeti sonori in sottofondo fanno da contraltare stridenti note di pianoforte che si insinuano maligne nella struttura dei pezzi, rumori inquietanti catturati chissà dove, ed un cantato sospirato e cantilenante che assomiglia molto ad una litania demoniaca. Se si vogliono fare degli accostamenti, l’aura occulta, quasi da messa nera, che trasuda da questo disco mi ha ricordato da vicino il feeling di “Nindinugga Nimshimshargal Enlillara” di Equimanthorn, progetto parallelo di Equitant e Proscriptor dei più noti Absu. Altri paragoni non peregrini si potrebbero fare con “In Nomine Dei Nostri Satanas Luciferi Excelsi” degli MZ412 o con qualcosa dei primi Raison D’Être ed in generale con le varie nefandezze ambient-noise pubblicate dalla Cold Meat Industry nei primi anni novanta. Ma gli Zenith usano anche le chitarre, distorte e allucinate, e questo li avvicina in qualche modo ai primi Abruptum, e conservano quanto meno una parvenza della classica forma-canzone. Questo lavoro è un’opera stratificata e complessa, che si presenta per diversi tratti ostica all’ascolto da parte di chi non è avvezzo a questo genere di sonorità. Da provare, se volete sentirvi trascinati nella schizofrenica agonia di una mente malata.
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