Myrkr é un antico termine scandinavo che significa “oscurità”, come oscura é la musica di questo duo proveniente dalla Svezia, che dopo un demo (“Rekwiz”) risalente al 2004 approda al suo debutto discografico con il presente mini cd. La proposta dei nostri é abbastanza agevolmente inquadrabile nell’ambito di quella nuova ondata di black metal, definito “religious” da alcuni addetti ai lavori, che si rifà a gruppi quali Watain, Ondskapt e ultimi Deathspell Omega, bands certamente affini per sonorità, attitudine e temi trattati. L’elemento ritualistico-anticosmico é in primo piano non soltanto per la presenza di evocative ed inquietanti parti ambient poste ad inizio e fine disco e nel corpo di alcune songs, ma anche per l’andamento generale dei pezzi che ha un quid di tribale, sulfureo e soffocante che avvolge l’ignaro ascoltatore trascinandolo in un universo parallelo fatto di terrore e delirio allo stato puro. Come nella più feroce e blasfema orgia demoniaca descritta dal miglior Lovecraft, trasportata però in una glaciale foresta nordica battuta dalla neve e dal vento notturno. I riffs si susseguono corposi e profondi, la sezione ritmica é potente e tellurica, le vocals allucinate e distorte, il tutto risulta estremamente compatto e fluido, senza sbavature. I Myrkr sono i druidi infernali di questa perfetta cerimonia funebre, celebrata nel silenzio distaccato e nel vuoto atroce del caos primordiale: il commiato tragico di un’anima contorta e dolorante che si getta nel buio siderale. Da avere.
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