GEHENNAH + BAPHOMET’S BLOOD + NECROMANCER + VESPER
6/2/15 Closer (RM).
Serata dal sapore anni ’80, quella del Closer, che vede in scena gli svedesi Gehennah, da poco riformati dopo un periodo di stop e i marchigiani Baphomet’s Blood, che per chi segue la scena Metal underground italiana non sono di certo un nome nuovo. A supporto due band locali, Vesper e Necromancer.
L’atmosfera etilica e blasfema viene sugellata dalle luci soffuse del locale, creando un connubio vincente per godersi al massimo l’evento che, visti i gruppi interessati, è votato all’abuso di alcol e alla bestemmia facile. I presenti sono più che sufficienti per riempire lo spazio antistante il palco, che è saturo di fumo e puzza di sudore. L’atmosfera, dunque, è quella adatta, andiamo a parlare delle prestazioni delle singole band.
I Vesper suonano un Black’n’Roll che ricorda gli ultmi Darkthrone. Suono graffiante, ritmi cadenzati per lo più, approccio grezzo e minimale. Tutto sommato una prova piacevole che mi ha portato ad ascoltare con interesse l’esibizione della band. Di certo l’aggressività non è stata sufficiente, a mio avviso, facendo risultare l’esibizioni un po’ troppo moderata. Il pubblico, ancora freddo e in parte sobrio, ha risposto con una certa indifferenza. Complessivamente la prova mi è piaciuta, e mi è piacuto anche il look del gruppo, tanto di cattivo gusto quanto nostalgico e quindi apprezzabile. Chiodo, borchie, Thrash teutonico anni ottanta insomma, che poi con la serata ci stava a pennello.
I Necromancer hanno un’inclinazione Death, a volte lenta e claustrofobica e a volte più sparata, ma comunque mortifera. Il pubblico inizia a scaldarsi ma ancora non si raggiungono gli apici che troveremo nelle successive esibizioni. Sono rimasto deluso dalla mancanza di impatto scenico della band, che tecnicamente risulta ancora un po’ impacciata e macchinosa. Da apprezzare, invece, la tendenza intransigente delle composizioni, non a livelli sufficientemente malefici ma comunque sulla buona strada per l’inferno. Poco incisivo il cantato. Ma ormai il pubblico è pronto a pogare e, perché no, ad autodistruggersi.
Con i Baphomet’s Blood le cose cambiano e non poco. Premetto che ho visto questo gruppo svariate volte e che mai sono rimasto deluso dalla loro performance. E che dire, neanche in questa circostanza la band di San Benedetto delude le aspettative. 40 minuti o poco più di Speed Metal misto al primissimo Thrash slayeriano, a dir poco devastanti. Il pubblico è caldo, e una rissa da stadio rende movimentata la serata. Tra vomito, vino, risse e bestemmie il clima diventa davvero allucinante, anche a causa della mancanza di ossigeno, e i riff taglienti e malefici dei Nostri non sono da meno, o per lo meno non stonano col contesto. Grandissimi prestazione insomma, come prevedibile, e pubblico di seguaci venuti appositamente per i Baphomet’s da non sottovalutare. Il loro live si conclude con Overkill dei Motorhead e che altro dire se non “così si suona”. Punto.
I Gehennah salgono sul palco in una situazione complessiva di degrado spirituale e fisico. Tra ulteriori risse, gente che continua a vomitare e a pisciarsi addosso, fumo e così via… c’è da dire che i membri della band sono completamente ubriachi, va a tal proposito evidenziata la coraggiosa prova del batterista, detto Hellcop, che a stento si regge in piedi e che da ore ormai ingurgita birra, tra sala concerto e pub, al piano di sopra del locale, dove quello che io definisco amichevolmente “il cinghiale” giace sul divanetto, col suo pancione alcolico e nudo, privo di sensi. Per la cronaca il cinghiale verrà portato via dopo essersi vomitato addosso, non avendo occasione di vedere né le prime esibizioni per assenza fisica, né i Baphomet’s Blood per coma etilico né tanto meno gli Svedesi, in quanto cacciato dal locale per mancanza di decoro.
GEHENNAH. Formazione storica, a parte il nuovo innesto del 2013 Knuckleduster (basso) che è più tecnico del suo predecessore ma al contempo brutale che è un piacere. Si parte con Metal Police, fresca di pubblicazione. Lo stile è il classico bastardo Metal anni ’80, veloce sporco e letale, che ricorda Venom e Hellhammer, ma con un piglio Punk/Rock e un’inclinazione alcolica evidente. I pezzi dei Gehennah, si sa, sono come una pallottola in testa e a parte i testi poetici, che parlano di amore, di filantropia con un pizzico di spirituale sottomissione, sono decisamente delle bestie da palco. La scaletta è ben nutrita, e evidenzia la presenza di una cover di GG Allin che non stona minimamente col resto dell’esibizione, se servisse a dimostrare l’attitudine Punk dei Nostri. Il pubblico risponde bene, tra risse in corso, vomito da evitare al volo e pogo, si è letteralmente avvolti dal caos e dalla musica squisitamente Metal sparata a 200 di metronomo. Dopo un’ora di concerto in grande stile i Gehennah paiono stremati, a seguito di una prestazione maiuscola e, dopo essere usciti e rientrati per il tanto richiesto bis, si rendono conto di non ricordarsi il pezzo. Niente paura, Mr. Violence dice l’ultima parola, avvicinandosi barcollante al microfono: “penso che mi andrò a fare un ultimo bicchiere” e se ne va, seguito dal resto del gruppo.
Un serata riuscita, fatta di buona musica ed eccessi, di Metal assassino e clima insostenibile, non più di quello che ci riserva la vita di tutti i giorni, seppur in modo diverso. Va bene così, this is only Rock’n’roll.
“Piss off, I’m drinking…piss off…or die.”