Vengono niente meno che dalla Turchia questi Black Omen che, grazie alla praticamente sconosciuta Poem Productions, approdano al loro debutto sulla lunga distanza, dopo il demo omonimo risalente al 2003. La loro proposta vorrebbe essere una sorta di black melodico dai risvolti sinfonici ma scade fin dalle prima note in un pastone melenso e noioso che ottiene quale unico risultato quello di rafforzarmi nella convinzione che certa gente il black metal non dovrebbe nemmeno annusarlo da lontano ma soltanto lasciarlo a chi lo sa concepire e suonare. Data la direzione musicale intrapresa dal gruppo é scontato che i riferimenti compositivi debbano essere costituiti da quelle bands che hanno scritto la storia del genere e su tutti ovviamente Cradle Of Filth e Dimmu Borgir. Ma forse più che di fonti d’ispirazione sarebbe più corretto parlare di un maldestro e scarsamente riuscito tentativo di plagio. La voce del singer Gokhan Korkmaz é una specie di urletto soffocato tipo gallina strozzata alla Dani Filth ultima maniera, mentre le strutture delle songs sono una specie di fotocopia della fotocopia della fotocopia sbiadita dei pezzi peggiori dei due gruppi sopra citati. Con riferimento all’artwork poi credo ci siano addirittura gli estremi per un’azione legale da parte di Shagrath e compagni: l’immagine sul cd infatti é identica (ma proprio identica) a quella di “Spiritual Black Dimensions”. Il disco diventa perfino insopportabile quando quel minimo di potenza delle parti più black oriented lascia il posto a stacchetti dark-gothic davvero stucchevoli e patetici, buoni forse per far venire le lacrime agli occhi a qualche quindicenne in crisi esistenziale. Insomma una schifezza completa. Girate al largo da questo obbrobrio e destinate i vostri preziosi euri ad altri acquisti. Scemo io che l’ho comprato.
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.