Terza fatica per i tedeschi Mor Dagor, dopo “Bloodstream” e “Human execution” è la volta di questo “Necropedophilia”, il primo ad essere supportato da un’etichetta. Il disco mette in mostra una buona produzione con chitarre taglienti e pulite, suono di batteria molto curato e mixaggio equilibrato. Anche i musicisti dimostrano di avere una discreta tecnica, sfoderando una prestazione particolarmente cristallina. Purtroppo questi presupposti, garanti delle buone potenzialità del gruppo, non sono accompagnati da un lavoro di alta qualità. La musica scorre monotona, mantenendo sempre ritmi serrati. E’ proprio la mancanza di idee che fa risultare l’ascolto sconclusionato ed insipido, non è pensabile proporre mezz’ora interamente spartata a mille ma senza personalità. La noia scende inesorabile nonostante la durata davvero limitata, con il passare del tempo viene evidenziato un lavoro piatto e mai incisivo. L’impostazione stilistica mi ha ricordato molto quel capolavoro che è “Pure Holocaust”, peccato che la classe degli Immortal i Mor Dagor se la sognano. Sono rimasto un pò spiazzato, il terzo album dovrebbe rappresentare per un gruppo il salto di qualità, in questa occasione le promesse non sono state mantenute in pieno. A parte la song posta ad inizio disco, “Throne of flesh”, che presenta un riffing ispirato e direttamente riconducibile alla scuola norvegese, il resto è tranquillamente passabile. Una nota di merito va data al drummer Torturer per la sua buona prova dietro le pelli. Anche Pestilence e Beast mostrano un riffing pulito e veloce nel complesso. Se vi piacciono le proposte curate e “raffinate” e amate la velocità potreste trovare “Necropedophilia” interessante, io vi consiglio di buttarvi su uno dei tanti gruppi validi della Germania, in considerazione anche dei soli 33 minuti di musica esibita.
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