“Chiunque sia alla ricerca di tastiere, cantato pulito o sperimentazioni di qualsiasi tipo dovrebbe guardare altrove”: con un disclaimer di questo tenore possiamo abbastanza facilmente immaginare cosa andremmo ad ascoltare una volta inserito il cd nel lettore e premuto il tasto play (almeno quelli che la musica la ascoltano ancora così…). Gli statunitensi Fornicus (dal Kentucky) propongono infatti un black metal feroce e scevro da ogni contaminazione, attestandosi stilisticamente sulle posizioni della più classica ed ortodossa scuola svedese, privilegiando quindi la velocità esecutiva e la violenza monolitica, che combinano con qualche sparuta apertura melodica e qualche influenza maggiormente death oriented. Essendo attivi già da qualche anno ed avendo alle spalle un full length (“Storming Heaven” pubblicato nel 2014), oltre al demo d’esordio e ad un ep, c’è da giurare che i nostri non intendano neppure in futuro modificare la propria concezione musicale ed il proprio modo di intendere e suonare il black metal, cosa che farà felici i sostenitori dei Marduk del periodo mediano ma anche dei vari Setherial, Dark Funeral e Dissection, gruppi nei confronti dei quali i Fornicus sono più che debitori. Pur privo di particolari sussulti creativi, “Hymns Of Dominion” è un disco solido e quadrato, che ricalca stilemi noti con cura artigianale, talvolta premendo a più non posso il piede sull’acceleratore con intenti bellicosi e distruttivi (“Feast For Rats”, “Woeful Oppressor”), talaltra giocando su passaggi più rallentati ed atmosfere infernali (“Searing The Scourge Of Christendom”), riuscendo a conti fatti a concedere all’ascoltatore qualche momento di maggior coinvolgimento. Insomma un compitino svolto discretamente, anche se i Fornicus sembrano ancora privi di quel guizzo che permetterebbe loro di distinguersi nel calderone della scena black/death underground.
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