Debut per i finlandesi Pestiferous (i cui membri, eccezion fatta per il bassista, fanno anche parte di un’altra band, gli Uhrileto) che giungono al loro primo full length dopo un demo risalente a qualche anno fa che porta il titolo della quarta traccia inclusa nel cd in questione. L’unica cosa che sorprende in quest’album -dall’insipida e scarna confezione che lascia intendere davvero poco- è il sound,che, diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare, non ha nulla a che vedere con il Black di stampo finnico che ha certamente una connotazione ben diversa da quella che invece possiamo riscontrare in questo cd. Il mood è infatti grezzo e minimale, le tracce si susseguono incessantemente con la glacialità tipica a cui il Black norvegese ci ha abituati. La recensione di quest’album potrebbe terminare a questo punto, visto che in realtà c’è ben poco da descrivere… Le song sono comunque spezzate da cambi di tempo, mai eccessivamente lenti o, al contrario, repetini, che se non altro tendono ad introdurre elementi varianti in un album compatto, com’è giusto che sia, ma ad ogni modo alquanto prevedibile. Sono altresì presenti tracce, dalla brevissima durata, i cui ritmi si fnno più incalzanti e nevrotici rispetto ad altri episodi più composti di cui forse si ha più facile memoria. Nonostante il numero delle tracce, ben 12, l’album riesce miracolosamente a non risultare monotono o stancante, anche perché la loro durata è ovviamente piuttosto breve. Nel complesso “Deep Dark Seasons” risulta un lavoro scontato per certi versi, (o forse sarebbe più corretto dire “normale”) ma comunque suonato con criterio e coerenza, il che è già nota di merito. Un album che tutto sommato vale la pena di ascoltare, ma che molto probabilmente sarà uno dei tanti che stazioneranno non più di due volte nei nostri lettori.
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