Gli olandesi Urfaust, giunti al loro secondo full-length, si rivelano per me una sorpresa con quest’album che definirei un autentico capolavoro. Un mondo sconosciuto e malatissimo si cela tra le note di queste sette tracce che riescono a spiazziarmi totalmente. Personalmente, non avevo mai ascoltato nulla di paragonabile, nemmeno lontanamente, a questa perla. E’ davvero raro ascoltare lavori come questi, dove uno stile così personale rappresenta il vero punto di forza. Avete presente il classico Black Metal trito e ritrito dal sound grezzo, tirato e impastato? Bene, dimenticatelo. Quello che ci propone la band (il cui moniker è ispirato al “Faust” di Goethe) è qualcosa di assolutamente unico e particolare; l’atmosfera che si respira è malsana e agghiacciante, un‘atmosfera suggestiva che accompagna passo dopo passo un viaggio disperato verso una meta oscura. L’album si apre con una traccia dallo stile sicuramente inconsueto che mette subito in evidenza la genialità della band. Infatti l’opener ”Dunkel, still von Ewigkeit” altro non è che un pezzo di musica classica con tanto di violini e orchestra al seguito. Devo ammettere che al primo ascolto ero molto perplessa, vuoi perché tutto mi aspettavo fuorchè qualcosa del genere (mi riferisco allo strano ma azzeccato accostamento tra i pezzi orchestrali e quelli Black), vuoi perché i numerosi elementi che fanno di quest’album un lavoro originale, che riesce a sorprendere, rendono lo stesso pesante, almeno ad un primo impatto, e non facilmente assimilabile, dal momento che il coinvolgimento è davvero molto forte e le sensazioni che suscita sono intense ma soprattutto inaspettate. L’album procede per 52 lunghi minuti, che, paradossalmente, scorrono via in un lampo, con tempi lenti e riff intrisi di una cupa e fredda vena malinconica e schizofrenica. Le vocals, folli e quasi sovraumane, sembrano lamenti e grida liberate da un’anima abbandonata alle atroci torture di un mondo macabro e irreale. Dopo l’opener, altri sono gli episodi orchestrali, che come una colonna sonora, fanno da sfondo ad un’opera che racchiude momenti atmosferici pronti a cedere il passo ad episodi esaltanti e inaspettati, carichi di pathos, talmente coinvolgenti da mettere in moto la nostra immaginazione che pian piano delinea nella mente scenari fantastici e abissali dove hanno luogo impreviste e orrende vicende dal tragico epilogo. Credo che sia assolutamente impossibile dimenticare un album del genere, capace di stupire e rapire le menti di chi lo ascolta, con la sua musica ipnotica e allucinante che ci regala un incubo ad occhi aperti. Ascoltare per credere.
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