I Malvento, attualmente un duo formato da Zin e Sotha M.M., sono una splendida, e purtroppo da molti ignorata, realtà underground nostrana. Provengono da Napoli, sono attivi dal lontano 1996 ed hanno alle spalle un full length, “Memoriae Mali”, del 2005. Un gruppo serio, che ha sudato e faticato nell’ombra, lontano dai clamori dei più, senza mai cedere alle lusinghe dei facili successi e della pubblicità a buon mercato. Ora la coraggiosa e meritevole Vomitum Niger Productions mette a disposizione di tutti i sinceri cultori della nera fiamma questo “Regressus Ad Uterum” che altro non è se non una raccolta dei tre demo pubblicati dalla band nel corso della sua ormai decennale carriera, con l’aggiunta dell’ultimo pezzo “Immortalis Thirannis”, già apparso sulla compilation “Blut Und Hausen Vol. II”. Il materiale presente in questo lavoro, pur risalendo a periodi compositivi differenti, appare estremamente omogeneo e compatto, un vero monolite oscuro proveniente dagli abissi infernali. Le composizioni di “Camera Prima” sono quelle più lontane nel tempo (1999) e sono probabilmente anche quelle più grezze e spigolose. Le successive risalgono rispettivamente al 2001 (“Sacro Martirio”) e all’anno successivo (“Ignis Bellum Mors”), ma anche in questi episodi più recenti il sound si mantiene assai feroce e primitivo, senza indulgere ad ingentilimenti di sorta. Il riffing, lineare e gelido, è di chiara matrice darkthroniana mentre il drumming, davvero serratissimo e ruvido, non può che riportare alla mente gli Immortal dei tempi migliori. L’atmosfera è assai plumbea e pesante e da tutte le composizioni, vere e proprie colate di male in forma di musica, sembra emanare un’aura morbosa e rituale al tempo stesso, ulteriormente amplificata da un sound estremamente corposo e riverberato che mi ha molto ricordato le ultime prove degli Spite Extreme Wing. In definitiva questo “Regressus Ad Uterum” costituisce una retrospettiva storica interessante e degna d’attenzione per portare alla luce l’opera di una band nostrana genuinamente underground davvero di tutto rispetto, nell’attesa di poter ascoltare in tempi brevi qualcosa di nuovo.
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