Sì, avete letto bene: quest’ultima fatica dei portoghesi Inthyflesh – che del resto sono stati fin dagli esordi piuttosto prolifici – dura ben 112 minuti ed è un doppio album, per quasi due ore di ipnotico ed iconoclasta raw black metal vecchia scuola, grezzo e lurido come da tradizione. La band, capitanata dal leader e cantante Sataere, ha esordito nel 2004 con lo scolastico “Crawl Beneath Our Shadow”, disco di chiara impronta mayhemiana (pure troppo), che metteva in mostra qualche buono spunto ma anche eccessiva dipendenza dal proprio modello di riferimento. Nei successivi due albums (“Lechery Maledictions And Grieving Adjures To The Concerns Of Flesh” del 2007 e “Claustrophobia” del 2013), i nostri, pur restando fedeli ai canoni dell’ortodossia e riverenti (seppur abili) copiatori dei topoi lirici e sonori portati in auge nel corso della così detta seconda ondata scandinava, hanno maggiormente personalizzato la propria proposta, arricchendola con spunti diversi, provenienti in parte dai Mutiilation ma soprattutto da oltreoceano (Leviathan, Krieg e Judas Iscariot – ascoltare per credere “Breath Of Darkness” – su tutti). Questo “The Flaming Death” è quindi una summa poderosa e putrescente della musica degli Inthyflesh, punto di arrivo e di partenza dello sforzo creativo del gruppo lusitano, nel quale queste marce influenze si amalgamano compiutamente in una sorta di enciclopedia nera in musica, che si dipana tra violente e gelide sferzate chitarristiche e lugubri nenie portatrici di morte, granitici mid-tempos, melodie morbose e passaggi funerei ai confini con territori depressive, con una dinamicità e varietà sufficienti a scongiurare in gran parte l’effetto ripetizione, inevitabilmente dietro l’angolo vista la durata complessiva del lavoro ed il genere proposto, già di per sé intollerante ad eccessive variazioni sul tema. I seguaci del black metal nella sua forma più pura ed incontaminata certamente apprezzeranno: con questa elefantiaca uscita gli Inthyflesh consolidano il loro status di band di culto e si ritagliano definitivamente il loro spazio di tutto rispetto nell’ambito della scena underground nazionale (insieme a Morte Incandescente, Corpus Christii, Flagellum Dei e pochi altri gruppi di rilievo).
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