“Dance Of December Souls” rappresenta l’opera prima dei Katatonia, la cui lunghissima e invidiabile carriera comincia nel lontano 1993 con l’uscita per l’appunto di questo primo full length. La band svedese, dopo un breve periodo di esplorazioni musicali, trova il proprio equilibrio dando vita ad uno stile totalmente differente da quello con cui avevano esordito. L’album in questione affonda le sue radici nel doom/death metal classico, ma non troppo, e non ha assolutamente nulla a che spartire con le atmosfere post “Brave Murder Day”. Gli otto pezzi racchiusi in questa perla sono costruiti su trame melodiche che lasciano ampio spazio alla musicalità degli arrangiamenti, creando uno scenario non tanto opprimente o angosciante quanto più nostalgico e malinconico: “Without God” e “Elohim Meth” ne sono un tipico esempio. Ottima la prestazione vocale di Renkse che con il suo growl disperato conferisce maggiore profondità ai pezzi. Le soluzioni strumentali adottate, che prevedono di tanto in tanto anche l’uso delle tastiere, rendono i brani piuttosto simili tra loro ma mai stancanti, grazie anche agli azzeccati intrecci chitarristici sempre in primo piano. Questa è l’unica, eccellente, versione doom dei Katatonia che da “Discouraged Ones” in poi intraprenderanno sentieri ben distanti da quelli percorsi fino ad allora, realizzando di volta in volta album validissimi dall’impronta depressive/rock/gothic. Il trademark resterà nel corso degli anni inconfondibile, e il merito va in parte attribuito alla singolare voce del singer, che abbandonerà il growl per sfoderare un cantato pulito non proprio intonatissimo ma che perfettamente si adatta al feeling a tratti più soft e sconsolato, a tratti più “rockeggiante” delle composizioni che seguono per l’appunto “Brave Murder Day”. Certamente i fan dell’ultima ora non crederanno alle propire orecchie, ma vale assolutamente la pena di tornare indietro nel tempo con le meste note di questo gioiello.
