A tre anni di distanza dal precedente “Onori Funebri Rituali”, che tanto bene aveva fatto parlare di sé la scena estrema italiana e non solo, e dopo l’interessante split in compagnia dei finlandesi Horna, giunge la seconda fatica sulla lunga distanza per la creatura Tenebrae In Perpetuum, incarnazione di Atratus, in quest’occasione coadiuvato da Vidharr dietro le pelli. Devo subito rilevare che “Antico Misticismo”, pur essendo un disco di grande valore, non riesce a raggiungere i livelli eccelsi del debut rispetto al quale perde qualche punto in termini di atmosfere arcane ed oscure: manca infatti quell’alone misterico ed oscuro così meravigliosamente concentrato ed espresso nei cori “monastici” dal sapore pesantemente ritualistico che costituivano la cifra essenziale ed originale dell’opera prima di questa band. “Antico Misticismo” è un album per molti versi più diretto rispetto al suo predessore, con riff lineari, ma al tempo stesso gelidi e maligni, chiaramente debitori dei Mayhem di “De Mysteriis Dom Sathanas”. Ed è proprio al capolavoro dei maestri norvegesi che questo disco strizza l’occhio in più di un frangente, specie nei passaggi più veloci, recuperando quel mood tipicamente “norvegese” e calandolo in un contesto personale intessuto di un feeling mortifero e profondamente malinconico. Alcuni momenti dell’album puntano infatti verso lidi decisamente depressivi, sostenuti da intrecci chitarristi lenti e tristi nel loro andamento ipnotico e circolare che non possono non ricordare gruppi quali Abyssic Hate o Shining che, del resto, costituiscono indiscutibili punti di riferimento compositivi anche per i Beatrik ovvero l’altro progetto di cui è mente e motore Atratus alias Frozen Glare Smara. In definitiva si tratta di un lavoro che in parte conferma l’ottima impressione suscitata dal primo album e in parte si rivela interlocutorio, attestandosi comunque su livelli più che dignitosi. Da ascoltare comunque, nell’attesa che, fin dalla prossima release, i Tenebrae In Perpetuum riescano a sintetizzare compiutamente la propria arte.
