Band svedese praticamente sconosciuta attiva dal 2001, ma che finora ha realizzato soltanto due demo e il lavoro in questione, uscito di recente anche in versione Lp, che raccoglie il materiale d’esordio. Nonostante l’origine dei nostri queste cinque, lunghe tracce sono impregnate di un’atmosfera plumbea e malinconica che nulla ha a che spartire con il classico black metal di stampo svedese, e che invece si sposa perfettamente con le tematiche pagane affrontate dalla band, che tra l’altro ci propone i testi in un incomprensibile alfabeto runico. Tuttavia non siamo di fronte al tipico album di epic black metal, le influenze epicheggianti infatti si fanno timidamente sentire senza mai sovrastare nettamente, creando così un lavoro coinvolgente dal primo all’ultimo secondo e ben equilibrato nello stile proposto e nelle sfumature che sondano territori diversi ma perfettamente amalgamati tra loro. Sonorità gelide e taglienti si alternano a passaggi oscuri e quasi depressive dalle ritmiche rallentate, che concedono ampio spazio ad un guitar work d’impatto anche in fase solista, di cui ci dà un esempio la terza lunghissima “Undergang” o la successiva “Evighet”, pezzi questi ultimi particolarmente coinvolgenti e carichi di atmosfera. Band, questa, che trae la sua ispirazione dagli immortali Bathory, ai quali dedica per l’appunto questo lavoro e di cui esegue un pezzo, ovvero “Blood Fire Death” (in una versione praticamente identica all’originale) che con la sua solennità e indiscutibile bellezza conclude degnamente questo primo capitolo del gruppo. Un lavoro davvero ben realizzato, capace di esaltare le qualità della band, che speriamo cominci a muovere al più presto i primi passi verso il full-length d’esordio.
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