L’italiana Eerie Art Records mette sul mercato un prodotto assolutamente unico nel suo genere e che non può di certo passare inosservato: “Servum Pecus” è il secondo full length dei francesi Wolok, il cui nome suona nuovo alle mie orecchie ma che sicuramente non finirà nel dimenticatoio. E’ assai raro ascoltare lavori che prendono di netto le distanze dai soliti stilemi per realizzare qualcosa di così estremo e distante da ogni schema esistente, a tal punto da risultare inclassificabile e allo stesso tempo spiazzante e ineguagliabile. I sette pezzi contenuti nell’album non hanno nulla di razionale e logico; 43 minuti di pura angoscia e pazzia che sfociano in un crescendo di sensazioni spaventose ed inquietanti. La musica altro non è che un insieme di riff che si perdono e confondono tremendamente in un caos sonoro generato da elementi disturbanti e rumori sinistri, accompagnati malvagiamente da una voce filtratissima in sottofondo che mai prende il sopravvento. Nel complesso l’album in questione è estremamente omogeneo, ogni pezzo è infatti strutturato allo stesso modo ma nonostante esista questa sorta di perfetto equilibrio nelle singole canzoni, appartenenti ad un contesto generalmente imprevedibile, minuto dopo minuto l’attenzione e la curiosità tendono a crescere sempre di più in uno stato di impaziente attesa. Le partiture di batteria sono sempre ben scandite quasi a voler definire un ritmo folle che va in un’unica e discordante direzione, smarrendosi in un’atmosfera alienante e molesta che puzza di marciume e terrore. A concludere degnamente questo assurdo viaggio senza meta, l’ultima “Voice Of God” interamente costruita su effetti sonori perversi ed infernali che completano l’opera risucchiandoci in una dimensione demoniaca senza spazio né tempo. Da avere.
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