One man band oramai defunta da svariati anni quella degli Huginn, capitanata da M. che fa di questa raccolta l’epitaffio del progetto. “Back From The Old Hills”, uscito in versione bootleg, racchiude per l’appunto gli ultimi tre demo dei nostri, ovvero “The Millenium End”del 1999, “In The Land Of The Old Hills” e “Tales From The Ancient Times”, entrambi risalenti al 1998. Ad aprire l’opera sono i quattro brani del demo più recente, il lavoro a mio avviso più maturo e convincente sia dal punto di vista stilistico che sotto l’aspetto tecnico. Il black metal propostoci in questo ultimo capitolo della band poggia le basi su soluzioni strumentali piuttosto classiche che rientrano a pieno nei clichè del genere, che negli anni in cui è stato concepito erano già pienamente definiti e volti verso una saturazione irreversibile. Il guitar riffing, intenso e glaciale allo stesso tempo, risente a tratti di un’ispirazione burzumiana mai predominante, ed è avvolto da un’atmosfera carica di pathos caratterizzata ora da momenti più raw e repentini, ora da momenti epici, che in linea generale fanno la loro comparsa per tutta la durata dell’album, fungendo da filo conduttore tra un demo e l’altro. Andando avanti con l’ascolto della parte centrale dell’album si nota sicuramente una produzione nettamente inferiore rispetto al precedente lavoro. “In The Land Of The Old Hills” percorre un sentiero musicale solenne e stilisticamente differente da “The Millenium End”, innanzitutto per l’uso di tastiere che incidono fortemente nella creazione di un sound imponente e maestoso, penalizzato purtroppo dalla classica registrazione da demo. Non a caso tra le cinque tracce che compongono questo lavoro spicca la cover “Home Of Once Brave”, song dal fascino stravolgente dei Bathory di “Hammerheart”, che certamente rappresentano uno dei punti di riferimento maggiori della band. Un black metal quindi più inquadrato e meno classico nel senso stretto del termine, in cui viene esaltato il lato più epico ed emotivo della proposta musicale dei nostri. A concludere questo viaggio incantevole e disperato, l’ultimo capitolo della raccolta, “Tales From The Ancient Times”, il secondo demo prodotto in ordine cronologico, che ci fa assaporare atmosfere ancora diverse da quelle precedenti. In realtà si tratta di un’unica lunga traccia della durata di circa venti minuti, suddivisa in cinque parti, in cui il black metal c’entra davvero poco. A farla da padrone sono infatti sonorità dal sapore ambient che lentamente tessono un tappeto sonoro devastante e malinconico, enfatizzato dal suono di chitarre acustiche che echeggiano disperatamente nel buio assoluto della notte. Un percorso suggestivo e affascinante che ci fa apprezzare la crescita di questa band e che ci porta verso la conclusione di un’opera più che valida, segnando la fine di un progetto per la verità già morto e che non vede la luce nel suo futuro.
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