Split tutto italiano quello partorito dalle due band in questione, attivissime nell’underground nostrano, che propongono “musica sperimentale” come essi stessi affermano. In particolar modo, è ben presente in entrambe le proposte, la volontà di sconfinare in quei lidi tanto affascinanti quanto estremi appartenenti alla sfera del noise/ambient. Il compito di iniziare questo lungo viaggio di quasi un’ora è affidato ai Blackstream, band che ha all’attivo svariati demo e split nonché un full lenght uscito nel 2006. I cinque pezzi inclusi in questo lavoro a parer mio non soddisfano pienamente le intenzioni del combo, vuoi per i mezzi utilizzati non propriamente all’altezza, vuoi per un livello di maturità tale da non permettere ai nostri di dar vita a un prodotto pienamente convincente nell’ambito di un genere di difficile comprensione ed estremamente complesso nelle sue innumerevoli sfumature. Fatta eccezione per l’opener, che ci dà un breve assaggio di raw black metal industriale, le successive tracce si impiantano in un contesto musicale monocorde che cerca di invadere i territori di un ambient minimale, purtroppo ottenendo risultati non molto incoraggianti. Infatti i pezzi si susseguono uno dopo l’altro raggiungendo un equilibrio piatto che priva quest’opera della tipica atmosfera del genere, angosciante e misteriosa, creando un tappeto sonoro poco lineare e logico che di conseguenza non riesce a rapire la mente dell’ascoltatore. Con la sesta traccia si apre il capitolo degli Stridor Absonus, solo project che rappresenta una sorta di sunto dell’operato della band attiva da diversi anni. La proposta musicale dei nostri segue la scia del precedente gruppo, attestandosi su livelli “normali” ma comunque maggiormente efficaci. Dopo le prime due tracce, piuttosto semplici e non particolarmente incisive, è la volta della vera sorpesa dell’album: la conclusiva “Mors Solis” realizzata con un utilizzo sperimentale delle onde cerebrali, che crea atmosfere surreali immerse in un’oscurità malefica, conducendo l’ascoltatore attraverso diversi stati emotivi tutti dipinti di nero, grazie ad un uso ben calibrato dei rumori di sottofondo, davvero inquietanti e onirici. In conclusione questo split, pur essendo un lavoro interessante, si attesta ad un livello appena sotto la sufficienza: qualche buona idea ma troppa “dispersione compositiva” per i Blackstream, maggiore maturità ma ancora qualche incertezza per Stridor Absonus.
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