A tre anni di distanza dal precedente “Prosatanica Shooting Angels”, torna sul mercato Kanwulf con quello che dovrebbe rappresentare il suo addio alla scena black metal. Si parlava già da tempo dell’uscita di “Semper Fidelis”, dal momento che contiene materiale realizzato nel 2001, ma non era ben chiaro il metodo di distribuzione di questo lavoro. Ebbene, il cd che mi accingo a recensire, è quello contenuto nel box che Kanwulf stesso ha deciso di distribuire a sole 99 persone scelte da lui. Un progetto, a sua detta, di particolare importanza, partorito in un periodo non facile della sua vita, costellato da spiacevoli vicende personali, ma segnato anche dalla conoscenza diretta dei suoi sostenitori più accaniti ai quali ha dedicato per l’appunto questo box. Nessun modulo da compilare, come si farfugliava in giro qualche tempo fa, ma soltanto una lunga e piacevole corrispondenza e-mail, preceduta, nel mio caso, dall’incontro in quel di Guidonia in occasione della data italiana nel settembre 2006. Il box non comprende soltanto la copia dell’album, disponibile anche in versione non limitata, ma anche il doppio lp “Semper Fidelis”, che contiene quattro tracce inedite tra cui una versione alternativa dell’intro di “Herbstleyd”, una t-shirt e il dvd “Burning Leaf”, tutto rigorosamente numerato a mano e racchiuso in una confezione molto professionale. Ad ogni persona è stato inoltre recapitato in regalo un oggetto personale, il cui valore viene spiegato nella lettera che accompagna ogni pacco. Passando alla descrizione musicale dell’album, la prima cosa che si evidenzia è il minutaggio complessivo, mai così corposo come in questo caso: ben 80 minuti per dodici tracce. Come ogni lavoro firmato Nargaroth, anche questo ha una sua storia e un proprio contenuto musicale che rende impossibile il paragone con le releases precedenti, nonostante il trade mark inconfondibile. Tutti i pezzi contenuti in questo disco sono costruiti secondo la medesima struttura: pochissimi riff, ritmi quasi sempre serrati, vocals filtrate, riverberate e taglienti come di consueto (a differenza della musica sono state registrate e in parte scritte nel 2006), e un sound praticamente perfetto che gode di un’ottima registrazione, grezza e ruvida. L’opera si apre con una brevissima intro che cede subito il passo alla feroce e distruttiva “Artefucked”, uno dei pezzi più lunghi e monolitici dell’album. Ma sono molti gli episodi che seguono la scia di questa song, ad esempio “Vereinsamt”, il cui testo è tratto da un’opera di F. Nietzsche o “Hate Song” , un autentico pugno in faccia, dopo un inizio atmosferico con tanto di cori gregoriari in sottofondo. Da citare anche “Der Satan Ist’s”, brano scritto nel 1994, dal riffing semplice e lineare ma estremamente efficace. La title track “Semper Fi” è l’episodio migliore del lotto, a cominciare dal coro iniziale, dal testo davvero poetico, estrapolato da una vecchia canzone. Semplicemente folgorante il guitar riffing, sofferto, struggente e avvolgente, in perfetto stile Nargaroth, sostenuto da una sezione ritmica che gioca molto sui cambi di tempo, affidata ancora una volta a Occulta Mors dei Moonblood. Non mancano momenti più lenti e riflessivi, anche se decisamente lontani dalla pesantezza di “Geliebte Des Regens”, come “Meine Phantasien Sind Wie Brennendes Laub Nicht Von Dauer”, una lunghissima e ossessiva suite dalle sonorità meste e sconsolate, e la successiva “I Got My Dead Man Sleep”, caratterizzata tra l’altro da un testo molto profondo e sentito e da un riffing atipico, carico di melodia e quasi “solare”. In chiusura “I Still Know”, una piccola chicca sulla scia di “Possessed By Black Fucking Metal”, che racchiude in un breve e geniale ritornello dall’andamento cantilenante il “senso” del black metal (o per meglio dire, di ciò che vi sta in superficie). A mio avviso, questo “Semper Fidelis” è un lavoro di grande spessore, sia dal punto di vista musicale e lirico che da quello emotivo, che potrà essere compreso ed apprezzato fino in fondo soltanto dagli estimatori più datati della band. Kanwulf si è messo a nudo in prima persona (le foto nel booklet raffigurano la sua stanza…), dimostrando di essere più sincero e onesto della gran parte dei pagliacci che popolano la così detta scena, ed ha forse davvero trovato la sua pace attraverso questa “dichiarazione di fedeltà” al black metal. “Wherever I may roam, wherever I am home, I take this art with me, in all eternity…Immer treu!”
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