Secondo lavoro sulla lunga distanza per questa one man band che arriva dalla lontana Australia e che si rivela essere davvero unica nel suo genere. Questo gioiello di arte nera si avvale di sette pezzi dalla durata media di ben dieci minuti e oltre, che danno vita ad un’opera malata e annichilente che certamente farà la “gioia” di molti masochisti come la sottoscritta. L’oscurità di una notte sinistra e mortale ci introduce in un viaggio che si profila lungo e tormentato. Un lavoro che affonda le sue radici nei meandri più nascosti del black funeral/doom metal ma che non ne segue alla perfezione i canoni rivelandosi un prodotto molto personale e peculiare. Sebbene i pezzi siano molto lunghi non risultano mai eccessivamente ripetitivi grazie alle molteplici sfumature che rendono l’ascolto tutt’altro che monotono o stancante. Molto azzeccata e di notevole impatto la scelta di proporre all’interno di ogni traccia intermezzi di piano, le cui meste note echeggiano spettralmente in un silenzio catacombale perdendosi in una suggestiva atmosfera maligna e abissale. La registrazione, ovattata e soffocante, incupisce il suono delle chitarre, le cui trame melodiche sono comunque ben distinguibili, contribuendo non poco a ricreare uno scenario opprimente completamente tinto di nero. Incisive e ben curate le parti ambient, con le tastiere e gli inserti rumoristici che danno vita ad un tappeto sonoro avvolgente che con molta lentezza rapisce i nostri sensi, descrivendo tra l’altro perfettamente le immagini di stampo gotico contenute nel booklet. Un album dalle sonorità angoscianti e pesanti ai limiti della sopportazione, dotato di una pericolosa carica distruttiva. Da avere.
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